fare

fare

('fare)
verbo transitivo
1. eseguire un'azione fare un buon lavoro fare una corsa
essere occupato
impegnarsi per ottenere qlco
essere in gamba
provvedere a qlco
agire senza ascoltare i consigli degli altri
formularla, porgerla
festeggiare
precedere qlcu per indicargli la giusta direzione
a. aprirsi un varco Si fece strada tra la folla.
b. figurato raggiungere una buona posizione Si è fatto strada in pochi anni.

sfuggire a una punizione o a un pericolo
tacere
ucciderlo
consumarla o distruggerla rapidamente Ha fatto fuori il gelato in un minuto.
impressionare
sparare
a. tagliare corto, smetterla Falla finita, sono stufo di sentirti.
b. uccidersi Voglio farla finita.

essere in miseria
stimolare il desiderio Mi fa gola quell'auto nuova.
è uguale, è indifferente
non importa
mi lascia indifferente
riuscire in un'impresa Ce l'ho fatta!
2. creare dal nulla, produrre materialmente Dio ha fatto l'uomo. fare una statua
arrecarlo
riprodursi
produrli
3. cucinare una pietanza fare da mangiare fare una torta
4. praticare un'attività fare sport fare politica
5. indurre la reazione di qlcu fare arrabbiare far piangere
6. mettere qlcu in condizione di far mangiare il bambino far sedere un anziano
7. rendere in un certo modo fare felice qlcu fare bello qlco
8. emettere qlco, spec. dal corpo fare pipì fare pus
9. mettere insieme più elementi fare soldi fare legna
a. detto di natante, imbarcarla da una falla La barca fa acqua.
b. figurato essere in condizioni di dissesto La società fa acqua da tutte le parti.
10. dare come risultato, nelle operazioni aritmetiche due più due fa quattro
11. designare qlcu a una carica Lo fecero papa.
12. esercitare una professione, un'arte e sim. fare l'avvocato fare il pittore
13. svolgere una determinata funzione fare da padre e da madre fare da perno
aiutarlo
14. credere che qlcu / qlco sia in un certo modo, luogo, stato e sim. Non ti facevo così vigliacco. Lo facevo a scuola e invece non c'era andato.
15. agire in un certo modo fare il furbo
comportarsi bene
16. familiare pronunciare una frase, una parola Allora lei mi fa: "Sei proprio stupido!" Non voglio fare i nomi.
declamarlo
17. familiare unito a particelle pronominali esprime partecipazione emotiva di chi compie l'azione farsi due risate farsi una bella dormita

fare


verbo intransitivo aus. avere
1. essere conveniente Quella donna non fa per lui.
2. essere o diventare in un certo modo fa caldo fa giorno
3. compiersi, riferito a un periodo di tempo Fa un anno che ci siamo sposati.
riuscire a compiere qlco nei tempi stabiliti Non ho fatto in tempo a comprare il pane.
4. agire in un certo modo
a. agire bene / male Fai bene ad andartene.
b. giovare / nuocere a qlcu o qlco Il fumo fa male.

a. agire con rapidità / lentezza Fai presto, che siamo in ritardo!
b. rientrare presto / tardi, spec. la sera Questa sera farò tardi.

fare

('fare)
nome maschile
1. cose da sbrigare, faccende da svolgere Con tutti quei figli, ha un bel da fare!
2. modo di atteggiarsi Ha un fare molto gentile.
3. il momento iniziale sul fare della sera
Kernerman English Multilingual Dictionary © 2006-2013 K Dictionaries Ltd.

FARE.

Significa proprio attualmente operare, e dar forma a che che si sia, creare, comporre. Lat. facere, creare, componere.
Bocc. n. 42. 14. A voi convien far far corde molto più sottili agli archi de vostri arcieri. E nov. 19. 3. S' io credo, che la mia donna alcuna ventura procacci, ella il fa, e s' io nol credo sì 'l fa: e per ciò a fare a far sia.
Dan. Inf. c. 2. Io son fatta da Dio sua mercè tale. E can. 3. Fecemi la divina potestate. E Purg. 16. Tu fosti prima, ch' io disfatto fatto.
Petr. Son. 217. Tal di virtute amica Torre alla terra, e 'n Ciel farne una stella. E Son. 278. Che 'l cuor m' avvinse, e proprio albergo felse.
Cavalc. Specch. cr. Ecco che quel che tu hai lodato battezza, ogni huomo va a lui, e fa più discepoli di te.
¶ Per operare per mezzo d' altri. Lat. curare, efficere, iubere.
Bocc. n. 43. 3. E d' altra parte fecero dire a Gigliuozzo Saúllo, ec. E num. 13. Furono alla casa, e fattisi aprire, e dentro entrati, ec.
Petr. canz. 38. 4. Ne 'l pianger mio, ne i preghi pon far l' aura Trarre, o di vita, o di martir quest' alma. E di sotto. Quasi sognando si facea far via.
Dan. Purg. c. 2. Gridò fa fa, che le ginocchia cali.
Petr. canz. 41. Fa ch' io rivegga il bel guardo, ch' un Sole fu sopra 'l ghiaccio. E Son. 147. Così dunque fa tu ch' io veggia esclusa ogni altra aita.
¶ Per esser cagione. Lat. in causa esse.
Dan. Inf. c. 1. E molte genti fe già viver grame. E appresso, Che m' ha fatto cercar lo tuo volume. E can. 2. Io son Beatrice, che ti faccio andare.
Pet. Son. 230. Che mi fea viver lieto, e gire altero. E Son. 16. Tacito vo, che le parole morte Farian pianger la gente. E canz. 46. 10. Chiaro a lei giorno, a me fesse atre notti.
¶ Per trattare, e procedere. Lat. se gerere.
Petr. canz. 35. 4. Mi giacqui un tempo, ora all' estremo famme E Fortuna ed Amor, sì come suole.
Bocc. n. 96. 1. Perciocchè di parte avversa alla sua era il Cavaliere, più familiarmente si dovesse fare.
¶ Per apprestare, mettere in punto.
Nov. ant. 1. tit. Della ricca ambasceria, la qual fece il Presto Giovanni.
¶ Per eseguire. Lat. exequi.
Bocc. n. 46. 5. Comandò, e così fu fatto.
¶ Per affaticarsi.
Dan. Inf. can. 4. E con Rachele, per cui tanto fe.
¶ Per cangiarsi, diventare, trasformarsi, ma nel passivo solamente. Lat. fieri, effici, evadere.
Petr. Son. 222. Alla mano ond' io scrivo è fatta amica. A questa volta. E canz. 40. 4. Oimè terra è fatto il suo bel viso.
Dan. Par. 4. Fessi Beatrice qual fe Daniello.
Bocc. n. 21. tit. Masetto da Lamporecchio si fa mutolo.
¶ Per istimare. Lat. facere, aestimare.
Petr. son. 205. Bench' io non sia di quel grande onor degno, Che tu mi fai.
¶ Per disporre di che che sia, come dire. Che ne farai? Lat. quid de illo facies?
Bocc. n. 31. 14. Di Guiscardo, ec. ho io già preso partito, che farne, ma di te sallo Iddio, ch' io non so che farmi.
Petr. cap. 4. Ma prima vo seguir, che di noi feo.
¶ Per importare. Lat. referre, interesse.
Bocc. n. 42. 8. Che vi fa egli, che ella sopra quel veron si dorma?
¶ Per essere utile. Lat. expedire, utile esse.
Petr. canz. 40. stan. ult. Non fa per te di star tra gente allegra, Vedova sconsolata.
¶ Per appartenere, confarsi, aver convenienza, affarsi. Lat. congruere, convenire.
Fav. Esop. Niente hai sapor di biada, e perciò tu non ti fai a me, ne io non mi fo a te.
Cr. 2. 23. 10. Dove si dice di quelle cose, le quali fanno alla generazione, e al crescimento delle piante.
¶ Per andare avanti, spignersi incontra. Lat. progredi.
Bocc. n. 46. 13. E, più verso lui fattosi, il domandò. E nov. 14. 13. Fattasi alquanto per lo mare, il quale era tranquillo.
Dan. Purg. can. 26. Poi verso me, quanto potevan farsi, Certi si fero. E can. 27. Fatti ver lei, e fatti far credenza. E Inf. c. 8. Dinanzi mi si fece un pien di fango. E Par. 9. Ver me si fece, e 'l suo voler piacermi, ec.
¶ Per affacciarsi, farsi vedere, sporgersi.
Bocc. n. 23. 7. Ne posso farmi ne ad uscio, ne a finestra, ne uscir di casa, che, ec. E nov. 15. 17. La vide in capo della scala farsi ad aspettarlo.
¶ Per nascere, apparire, e dicesi della notte, e del giorno. Lat. oriri, apparere.
Bocc. n. 77. 30. Il quale in sul far della notte, col suo fante, ec. E nov. 43. 18. Perchè come fatto fu il dì chiaro, ec.
Avere a far con uno, o d' uno, vale, aver che trattare: e talora, aver carnal dimestichezza, sì come vale appo i latini. Cum aliquo rem habere, Alicui cum aliquo rem esse.
G. V. 6. 47. 2. Fu nato per madre d' una bella donna de' Marchesi Lancia di Lombardía, con cui lo 'mperadore ebbe a fare.
Vit. Plut. Filippo nel sogno vide, che un dragone giaceva presso alla sua moglie Olimpiade, ed ebbe a far con lei.
Bocc. n. 1. 9. Avendo tra gli altri a fare con Borgognoni, huomini pien d' inganni.
G. V. 12. 50. 2. Il quale si dice, che aveva, che far di lei, ed era in trattato di torla per moglie.
E in questo modo vale anche, attenere, ed esser parente. Io non ho che far di lei. Lat. nulla cognatione mihi iuncta est.
¶ Congiunto a TEMPO nella terza persona del meno del dimostrativo presente significa E, o SONO. Come. Oggi fa tre mesi, o vero tre mesi fa. Lat. tertius agitur mensis, tribus ab hinc mensibus.
G. V. 11. 2. 26. Era sommo filosofo, e maestro più che Re, che portasse corona già fa mille, e più anni.
Bocc. n. 42. 2. Fu un giovane (poco tempo fa) chiamato Pietro.
¶ Talora piglia il significato del verbo, ch' egli ha in sua compagnia, sì come, Facio, de' latini.
Dan. Inf. c. 13. Io sentía d' ogn' intorno tragger guai, E non vedea persona che 'l facesse [cioè, che gli traesse, o guaisse]. E Inf. can. 12. Si fan sentir con gli sospir dolenti [cioè si sentono]
Boc. n. 45. 3. Di cui più si fidasse, che di Giacomín facea [cioè si fidava].
¶ E farsi a credere, credere, e darsi ad intendere. Lat. credere, existimare.
Bocc. n. 10. 3. E fannosi a credere, che da purità d' animo proceda.
¶ Prende ancora il significato del verbo, dal quale deriva il sustantivo, o l' addiettivo, che va in sua compagnia.
Far parole, parlare. Lat. facere verbum, loqui.
Dan. Inf. c. 6. Per simil colpa, e più non fe parola.
Fare onore, onorare. Lat. honorare, honorem habere, honorem facere: disse Arnobio.
Dan. Inf. c. 1. Lo bello stile, che m' ha fatto onore.
Petr. Son. 167. Poser Natura, e 'l Ciel per farsi onore.
Farsi nome, farsi nominare. L. se illustrari.
Cavalc. specch. cr. Alquanti enfiati di vanità, volendosi ciascun far nome.
Far difesa, difendersi. Lat. se defendere.
Petr. Son. 204. Nasconder, ne fuggir, ne far difesa.
Far fede, testimoniare. Lat. testari, testimonium perhibere.
Petr. Son. 206. E fa qui de' celesti spirti fede.
Fare un lontano, allontanarlo. Lat. aliquem dimovere.
Petr. Son. 217. Perchè lontan m' hai fatto da' miei danni?
Farsi bello, abbellirsi. Lat. se exornare.
Petr. Canz. 40. 4. E bella farsi Tanto più la vedrem, quanto più vale.
Far forte, fortificare. Lat. munire.
Petr. Son. 151. E s' amor contra me la fa sì forte, Sol quando parla:
e Far forte vale anche, operar con forza, e con violenza.
Far nido, annidarsi. Lat. nidificare, nidum construere.
Petr. Canz. 18. 1. Occhi leggiadri, dove Amor fa nido.
Far sembiante, sembiare, fingere. Lat. simulare, fingere.
Bocc. n. 11. 5. Faccendo sembiante di volermi là menare.
Fare spendio, disse Dante, in vece di spendere. Lat. impendium facere, impensam facere.
Dan. Inf. can. 7. Che con misura nullo spendio ferci.
Farsi sicuro : assicurarsi. Lat. confidere, audere.
Dan. Inf. Cant. 9. Ben so 'l cammin, però ti fa sicuro.
Fare strida, stridere. Lat. stridere, stridorem reddere.
Dan. Inf. Cant. 12. Ove i bolliti facéno alte strida.
Far lamenti, lamentarsi. Lat. conqueri.
Dan. Inf. Cant. 13. Fanno lamenti su gli alberi strani.
Far grida, gridare. Lat. clamores facere.
Dan. Inf. Cant. 14. Quando piangea vi facea far le grida.
Farsi mero: mereggiarsi, se si dicesse, e varrebbe purificarsi.
Dan. Par. c. 11. Sorridendo, Incominciò faccendosi più mera.
Fare uno dottore addottorarlo. Lat. in doctorum numero aliquem adscribere.
Dan. Par. Cant. 12. In picciol tempo gran dottor si feo.
Fare altrui saggio: insegnargli, far ch' e' sappia.
Dan. Purg. c. 2. Di vostra condizion fatene saggi.
Farsi discorde, discordare. Lat. discordare, dissentire.
Dan. Purg. Cant. 10. Ed al sì, ed al nò discordi fensi.
Far noia, noiare. Lat. molestia afficere.
Favol. Esop. Messere, io non sapeva vi facesse noia, perch' io beveva di sotto.
Fare aiuto: aiutare. Lat. opem ferre.
Sen. Pist. Studiano d' appressarsi alle cose, che alcuno aiuto ci posson fare.
Far martiri, martirizzare. Lat. discruciare.
Sen. declam. Le fece molti martíri, perch' ella manifestasse i suo' segreti.
Farsi beffe, beffarsi d' una cosa, dispregiarla, che anche diremmo SFATARLA. Lat. contemnere, negligere.
Cavalc. Specch. cr. Se l' huomo ama, o serve a uno, che non gli pare, che riconosca il servigio, e facciasene beffe, l' huomo si turba.
Far consolazione, consolare. Lat. consolationem adhibere, consolari.
Vit. San Giovamb. E farai loro consolazione di starvi stanotte [cioè darai loro questo contento]
Far foce: sboccare. Lat. egerere.
G. V. 1. 43. 2. Ove fa foce di costa alla Città d' Ostia.
Far fine, finire, in signific. neut. assol. Lat. desinere.
G. V. Lib. 4. 7. 2. Alla porta alla Carraia, dove fece fine il muro su l' Arno.
Far menzione: mentovare. Lat. mentionem facere.
G. V. Lib. 1. 20. 4. Come addietro è fatta menzione.
¶ Con la parola DIRITTO in significato di GIUSTO, vale amministrar ragione, e giustizia. Lat. ius dicere. Gr. Fl. 82.
N. ant. 67. 1. Fammi diritto di quello, che a torto m' hae morto il mio figliuolo.
¶ Con la parola PUNTO in significato di POSA, fermare il parlare. Lat. pausam facere.
Bocc. n. 24. 11. E avendo già detto cento de' suoi paternostri, fatto punto quivi, chiamò la donna.
¶ Con la parola MALE, in signific. att. e col terzo caso dopo, vale offendere, uno, o pregiudicargli in qualunque si voglia cosa. Lat. obesse, officere, praeiudicium facere disse Arnobio, e con la parola BENE, il contrario. Lat. prodesse.
Bocc. n. 50. 19. Pregollo, che, per l' amor di Dio, non gli dovesse far male.
¶ In signific. neut. pass. guastarsi la persona, o alcuno membro, percotendo, o cadendo, o in altri sì fatti modi.
Bocc. n. 15. 22. E di tanto l' amò Iddio, che niun mal si fece nella caduta.
¶ Con la preposizione IN, avanti al caso, ch' egli ha dopo, l' usiamo, con la parola, BENE, o MALE, per guadagnare, o perdere. Lat. quaestum facere. Il tale fece bene in quel traffico: o, vi fece male. Lat. perdidit, dispendium fecit.
Far sua voglia d' uno, averlo a tutti i suo' piaceri. Lat. ad suam voluntatem aliquem promptum habere.
Petr. Son. 259. Che gran tempo di me lor voglia fenno.
Fa ragione: pensa, stima, fa conto. Lat. existima, puta.
Dan. Par. 26. E fa ragion, che sia La vista in te smarrita, e non defunta. E can. 30. E fa ragion ch' io ti sia sempre allato.
Non fa forza: non importa. Lat. nihil refert.
Bocc. n. 78. 7. Spinelloccio disse: non fa forza, io ho altresì a parlar seco.
Far motto a uno, salutarlo. Lat. aliquem salutare.
Bocc. n. 20. 12. Sì salvaticamente motto mi fai. E n. 72. 6. E, fattogli motto, il domandò dov' egli andava.
Non far motto, assolutamente, val non favellare. Lat. non mutire.
Dan. Inf. 33. Ond' io guardai Nel viso a' miei figliuo' senza far motto.
Far vista: far sembiante, fingere, simulare. Lat. fingere, simulare.
Bocc. n. 74. tit. Fa vista di gettarsi in un pozzo.
Dan. Inf. c. 9. E non fe motto a noi, ma fe sembiante.
Far luogo: allargarsi, cedere, e concedere il passo. Lat. locum dare, cedere.
Bocc. n. 11. 6. Per tutto gridandosi fa luogo, fa luogo.
Fatti, o fatevi condio, si dice, pigliando, o dando commiato, pregando bene a chi rimane, e a chi se ne và, quasi rimanga, o vada con esso Dio. Lat. vale, salve: valete, salvete.
Bocc. n. 61. 12. Fantasima fantasima fatti condio.
Fa sano, vale lo stesso appunto.
Virg. Eneid. M. Fa sano, e guarda l' onor del comun figliuolo.
Far vela: dare, e spiegar le vele a' venti. Lat. vela facere, dare vela.
Bocc. n. 14. 8. Il dì seguente, mutatosi il vento, le cocche, ec. Fer vela.
Venir fatto: succedere. Lat. succedere, evenire, prospere cedere.
Bocc. n. 14. 2. Alquale non bastando la sua ricchezza, disiderando di raddoppiarla, venne presso che fatto, di perder, con tutta quella, se stesso.
Far fedeltà, cioè giurarla. Lat. iuramento fidem suam obstringere.
G. V. 7. 78. 1. I Toscani facessero la sua fedeltà, e comandamento.
Far popolo: adunarsi popolarmente. Lat. populum colligere.
G. V. 9. 147. 1. E que' di Colle fecer popolo, con la 'nsegna a croce del popolo di Firenze.
Far testa: riunirsi unitamente contra 'l nimico. Lat. contra hostem in unum convenire.
M. V. 6. 38. Si ridusse con pochi de' suoi in alcun vantaggio di terreno, e fece testa.
Far faccia, cioè non si vergognare. Lat. Pudori nuncium remittere. Flos. 256.
Cavalc. Med. cuor. L' huomo accieca più, intanto, che pecca manifestamente, e fa faccia, e non si vergogna.
Farla bene: essere in buono, o malvagio stato, intervenirgli ben d' una cosa. Lat. Bellè se habere. Bene cum aliquo agi.
Tav. rit. E tutti la fanno bene, Iddio mercede.
Farla male, il contrario. Lat. male cum aliquo agi.
Fr. Giord. S. I Giudei la fecero male, perocch' ebbero mala intenzion pessima.
Fare i pampani, la foglia, e simili, cioè cogliere. Lat. pampinare, pampinos decerpere. Si dice anche far l' erba.
Cr. 4. 18. 8. E facciansi i pampani per li lati trenta dì innanzi alla vendemmia.
¶ Diciamo FARE, per, essere a sufficienza, bastare. Lat. sufficere. Egli è poco e' non può fare.
¶ E FARE diciamo, anche il fendere, e crepar de' muri. Lat. rimas agere. Questo muro ha fatto.
¶ E della Luna, quando finisce il suo corso, e si ricongiugne col Sole. La Luna fece ieri, o farà domane. L. Luna cras coibit.
Far le parole. Favellar distesamente, orare. Lat. orationem habere.
Far le belle parole : fare i convenevoli, le cerimonie, e ironicamente, dire apertamente a un, come tu la 'ntendi. Lat. liberè loqui.
Fare una predica a uno : ammonirlo, e riprenderlo con circuizion di parole. Lat. pluribus verbis admonere, o vero, reprehendere.
Fare uscire uno. Indurlo contr' a sua voglia a favellare, o a spendere.
Far le forche, infingere, simulare, che si dice anche, Far le lustre, e talvolta, le maríe. Lat. simulare, fingere.
Fare una bravata, tagliata, o spaventacchio : aspramente minacciare. Lat. interminari.
Far le none: prevenir con parole colui, che tu credi, che ti voglia ricercar di qualche servigio, col dirgli, che quella tal cosa ti manca.
Far peduccio: aiutare un con le parole, faccendo buono il suo detto. Lat. omnia assentari, disse Terenzio in simil proposito.
Fare il Giorgio: si dice di coloro, che vanno a spasso, paoneggiandosi, e faccendo il bello.
Bern. rim. E fare il Giorgio con le seccaticce.
Far caldo, e far freddo, lo dice colui, ch' è travagliato, o dall' uno, o dall' altro. E' mi fa caldo, e' mi fa freddo. Lat. aestuo, algeo.
Far capo: si dice di nascenze, o altrui malóri, quando danno in fuori, e si mostrano con putredine, o enfiamento. Lat. caput facere.
Far capo a uno, è rifuggire, o andare a lui per aiuto, o per consiglio. Lat. ad aliquem confugere.
Far belle le piazze: di chi, per qualche sua bestialità, o stravaganza di quistione, o d' altro, fa correre il popolo.
Fare all' amore. Guardare attentamente, e concupiscevolmente la dama vedi VAGHEGGIARE.
Far del grande: o, stare in gravità, in maestà, a imitazion de' grandi personaggi. Lat. superbire, maximos spiritus habere.
Ber. rim. Perch' ell' è vergognosa, e fa del grande:
il che si dice anche GRANDEGGIARE.
Lorenz. Med. Nencia. Io te lo donerei, ma tu grandeggi, E non rispondi mai ne ben, ne male: il che diremmo anche, stare il sul quanquam.
Far Calandrino, o 'l Grasso legnaiuolo. Dare ad intender cose fuor del verisimile: come fu a Calandrino, ch' egli era pregno, e al Grasso, ch' egli era un' altro. Tu mi vuoi far Calandrino. Lat. nec aures habeo, nec tango.
Fare il callo: assuefarsi al male. Lat. occallere, callum obducere.
Ber. rim. Sì dolce in quella parte ha fatto il callo.
Far le fusa torte: è il romper di fede, che si fanno marito, e moglie, e anche si dice degli amanti.
Lor. Med. canz. a ballo. Ella mi fe le fusa torte Ne n' avea colpa nessuna.
Accademia della Crusca © 1612
Traduzioni

fare

върша, доставям, извървявам, извърша, извършвам, маниер, направям, начин, окажа, оказвам, правя, произвеждам

fare

fer

fare

dělat, udělat, pomocné sloveso, přimět, vyrobit

fare

gøre, lave, tvang

fare

agi, aliri, fari, farigi, ludi la rolon de, sukceksi

fare

anjâm dâdan, ânjam dâdan, kardan [kon-]

fare

arrangiar, causar, facer, facer se tarde, lunchar, provider

fare

daryti

fare

face, fel, manieră

fare

åstadkomma, förrätta, skapa, utgöra, uträtta, verka, verkställa, få någon att, göra

fare

fanya

fare

robyty

fare

banaana, karna, ta'iyaar karna

fare

pakottaa, tehdä, valmistaa

fare

natjerati, stvarati, učiniti

fare

・・・をする, ・・・を作る, させる, 作る

fare

(...을) 하다, 만들다, 시키다

fare

ทำ, ทำ สร้าง, สั่งให้ทำ

fare

chế tạo, khiến ai đó, làm, tạo ra

fare

使, , 发表
Collins Multilingual Translator © HarperCollins Publishers 2009