The Last Spell - Recensione

Orde di mostri, una manciata di eroi e tanti turni da giocare nel nuovo videogame tattico di Ishtar Games.

The Last Spell - La recensione

LA RECENSIONE IN BREVE

  • Un "roguelike" dal cuore tattico interamente basato su una struttura a turni, in cui difendere il villaggio da orde di nemici gestendo un gruppo di tre eroi.
  • La struttura progressiva garantisce un buon senso di crescita, anche se la ripetitività è presto in agguato e l'entusiasmo iniziale cala progressivamente.
  • La buona pixel art e un accompagnamento musicale discreto contribuiscono a creare l'atmosfera per un gioco che può tenervi incollati allo schermo per ore.

Ormai il termine "roguelike" definisce praticamente qualsiasi videogame con gameplay "ciclico" e generazione casuale delle situazioni. Il che, capiamoci, è una bella cosa, visto che questo genere ci ha portato capolavori come Hades, Slay The Spire o Into The Breach. Nel caso specifico, The Last Spell - opera del team francese Ishtar Games - cerca di declinare l'azione roguelike in una struttura a turni, un po' come fatto dal già citato Into The Breach, applicandola a un'ambientazione classicamente fantasy (orchi, magia, eroi e un sacco di spade) e strizzando un occhio alle meccaniche dei cosiddetti "tower defense". Insomma, un "mischione" dalle premesse interessanti che mi ha fatto compagnia per un po' di ore.

Tutta colpa della magia

La premessa di The Last Spell rappresenta un po' quello che è un incubo per chiunque apprezzi le ambientazioni fantasy: l'abuso della magia ha infatti causato disastri e scatenato orde di fameliche creature che stanno decimando la popolazione. L'unico modo per mettersi al sicuro è lanciare L'Ultimo Incantesimo, ovvero una potente formula che causa l'annullamento di qualsiasi altra forma di magia, eliminando così la minaccia ma al tempo stesso rendendo il mondo decisamente più noioso.

Il problema è che lanciare questa magia richiede tempo per cui al giocatore viene chiesto di tenere a bada le orde di mostri che attaccano il villaggio mentre i sacerdoti cercano di portare a termine il rito (evitando al tempo stesso di venire sbranati). Fortunatamente possiamo fare affidamento su ben tre baldi difensori pronti a falciare le orde di creature e tenere al sicuro il centro del villaggio. Sì, se vi viene nuovamente in mente Into The Breach col suo trio di mezzi da controllare e le città da proteggere non siete poi così fuori strada, sebbene in The Last Spell il numero di personaggi da controllare possa aumentare nel corso della partita.

Il gioco è suddiviso in capitoli, ciascuno suddiviso in diverse giornate: per ognuna di queste sfrutteremo il giorno per organizzare le difese e la notte per schierare gli eroi e respingere l'inevitabile assalto. Una struttura che prosegue così fino al completamento del capitolo e l'abilitazione del successivo, in una struttura che inizia in modo lineare e via via aggiunge altri elementi da considerare (e probabilmente temere). L'elemento ricorsivo del gameplay offerto dalla sua natura roguelike implica anche una certa "svolta" nella trama che lascio scoprire a voi (basterà superare il primo paio di notti per svelare di cosa di tratta, almeno in apparenza...) e che rende le cose interessanti per chi all'elemento tattico degli scontri vuole abbinare anche uno strato più strategico, con la possibilità di potenziare in modo permanente i personaggi per rivivere le stesse situazioni con maggiori possibilità di successo in tasca. Dunque, roguelike sì, con invasioni che cambiano a ogni partita (ed eroi generati casualmente), ma - come in Hades e Rogue Legacy - anche un sistema di "crescita" che ci rende via via più forti invasione dopo invasione.

Le lunghe notti

Una giornata in The Last Spell è strutturata in questo modo: di giorno possiamo spendere risorse per costruire strutture difensive come trappole e barricate da piazzare attorno al nostro villaggio. Non solo: gli abitanti possono venire assegnati allo svolgimento di specifici compiti come la raccolta delle spoglie dei nemici sconfitti (utile per ottenere denaro e oggetti) oppure inviati in specifici edifici per attivarne le azioni speciali. Gli stessi edifici che ho appena citato possono venire costruiti, aumentando così il numero di abitanti oppure sbloccando altri effetti speciali del villaggio. Una volta preparati eccoci pronti a passare alla notte: alcuni indicatori ci riveleranno la direzione (o LE direzioni) di arrivo dei nemici e noi dovremo respingere orda su orda controllando - tramite una struttura rigorosamente a turni - i nostri eroi. Oltre a muoversi e ad attaccare con le armi equipaggiate, gli eroi hanno a disposizione azioni speciali che spesso richiedono di spendere punti-azione (che si ricaricano a ogni turno) e/o prezioso "mana", tutte risorse che vanno centellinate per cercare di arrivare vivi al mattino. A differenza di altri giochi simili possiamo liberamente muovere i personaggi e attivare azioni fino a quando i relativi punti sono esauriti (coi "passi" che sono a tutti gli effetti una risorsa da gestire): questo ci consente di strutturare i nostri "turni" in modo molto articolato.

Ecco un ottimo esempio di "nottataccia": il nostro villaggio è circondato.

In caso riuscissimo a eliminare tutti i nemici di un'assalto (e sono davvero MOLTI, visto che arrivano a decine) potremo accedere al giorno successivo e potenziarci con le azioni elencate sopra (e magari con l'acquisto di equipaggiamento migliore presso gli avidi mercanti locali). Inoltre a seconda della nostra efficienza nel difendere il villaggio possiamo ottenere bonus aggiuntivi come "energia" da spendere per sbloccare diversi bonus oppure oggetti gratuiti. Tra gli elementi "da gioco di ruolo" del gioco troviamo la possibilità di far aumentare il livello di esperienza degli eroi, sbloccando così abilità aggiuntive che ne aumentano potenza, resistenza e, talvolta, versatilità. La particolare struttura del gioco spinge a ripetere più volte i diversi capitoli per potenziarsi e sbloccare "cose", sebbene questo si scontri con la natura ripetitiva del gameplay, meno mitigata rispetto ad altri titoli citati in questo articolo. In particolare dopo i primi livelli ci si accorge di come le notti siano particolarmente lunghe, al punto da risultare a volte estenuanti.

Assedi ridondanti

The Last Spell ha un certo rispetto del tempo del giocatore, offrendo ricompense anche in caso di fallimento (il tutto legato all'elemento narrativo di cui - nuovamente - non voglio svelarvi nulla) ma in ogni caso non parliamo di un roguelike "mordi e fuggi", con sessioni che possono durare anche un'oretta per un singolo capitolo e l'ombra della "permadeath" sempre in agguato. Da notare la presenza di alcuni boss al termine delle notti che vanno affrontati con tattiche non sempre chiarissime, al punto che molto probabilmente dovrete comunque affrontarli più volte per "capirli" e sconfiggerli. Non necessariamente un difetto, ma tenetelo a mente in caso pensiate che si tratti di un'esperienza "leggera" - ma non per questo poco profonda - come quella dei livelli di Into The Breach (in cui un singolo "scontro" può durare pochi minuti), visto che in The Last Spell la durata di una "run" può, alla fine, raggiungere diverse ore. Per il resto parliamo di un gioco caratterizzato da una grafica in pixel art gradevole ma non sempre chiarissima, da interfacce decisamente "dense" e da un accompagnamento audio più funzionale che memorabile, eccezion fatta per qualche musica effettivamente bella: un "abito" che svolge il suo lavoro dignitosamente mantenendo, tra l'altro, le richieste hardware in una fascia modesta.

Se vi piacciono numerelli, menu e abilità, The Last Spell ne ha una tonnellata.

Non è facilissimo valutare The Last Spell. Sicuramente la struttura che alterna giorno e notte funziona e fornisce una buona sensazione di progressione e di pericolo imminente, si cerca di organizzarsi con quel che si ha ottimizzando le risorse e tentando di bilanciare gli eroi affinché possano coprire tutte le situazioni. Il problema è che le singole invasioni possono durare parecchi turni e il tutto rischia di diventare ripetitivo e noioso un po' troppo in fretta. Certo, ci sono tante variabili come numerose abilità speciali e oggetti, ma alla lunga risultano semplici sfumature di un quadro che resta sempre simile a sé stesso. Non solo: giocando si percepisce dopo un po' un chiaro sbilanciamento in favore di specifiche armi ed abilità, spingendo il giocatore verso certe configurazioni e appiattendo ulteriormente il gameplay.

Certo, niente che un po' di bilanciamento tramite aggiornamenti non possa sistemare ma così com'è The Last Spell risulta comunque un'esperienza che parte molto bene e raffredda un po' troppo rapidamente l'entusiasmo di chi gioca, a meno che non sia particolarmente a suo agio in una marea di numerelli, schede e "bottino" da gestire: in tal caso, le orde del gioco avranno comunque molto da offrire per mantenere alta l'attenzione.

Verdetto

The Last Spell è un gioco più articolato e impegnativo rispetto a quello che inizialmente si può sospettare: sopravvivere alle notti di assalti può richiedere tanti turni e la ripetitività dell'azione rischia di farsi sentire. Per contro l'esperienza è sufficientemente sfaccettata e profonda da risultare soddisfacente per i giocatori più dediti, che non hanno problemi a destreggiarsi tra statistiche e decine di diverse abilità speciali.

In questo articolo

The Last Spell

09 Marzo 2023
  • Piattaforma

The Last Spell - La recensione

7.8
Discreto
Un gioco a turni impegnativo e ben pensato afflitto però da sessioni un po' troppo lunghe e una discreta ripetitività di fondo.
The Last Spell