Botany Manor - Recensione

Tanti enigmi a base di semi, fiori e piante in questo puzzle game esplorativo.

Botany Manor - La recensione

Tra i miei videogiochi preferiti di sempre c'è il "tris" composto da Return of the Obra Dinn, The Witness e The Talos Principle, tre esperienze a base di puzzle e intuizione completamente diverse fra loro, che però hanno come fattore comune la visuale in prima persona: un elemento che piazza il giocatore proprio al centro degli enigmi, talvolta sfruttando proprio il suo punto di vista come strumento per risolvere la serie di puzzle e indovinelli proposta.

Per questo, al momento dell'annuncio di Botany Manor, gioco di debutto di Balloon Studios, le mie antenne da solutore di puzzle "visivi" si sono immediatamente rizzate. Ora questa colorata avventura a sfondo botanico è finalmente disponibile e mi sono concesso qualche ora di relax e ragionamento tra i viali fioriti di una particolarissima magione.

Enigmi in fiore

La storia di Botany Manor è quella di Arabella Greene, aristocratica inglese del XIX secolo proprietaria della maestosa dimora che dà il nome al gioco, nonché discendente da una famiglia che si è distinta nel campo della botanica. Di ritorno alla sua villa dopo una lunga assenza, Arabella inizia ad esplorarla cercando di completare il proprio trattato di botanica, intitolato Flora Dimenticata: per farlo deve trovare e coltivare dodici rare specie di piante i cui semi sono sparsi (più o meno nascosti) nella casa stessa. Il problema è che ciascuna specie richiede particolarissime condizioni per crescere ed è proprio sul creare l'ambiente ideale per la fioritura che si concentrano gli sforzi di Arabella (e, di riflesso, i nostri).

Spostandoci attraverso una visuale in prima persona nella villa e nei giardini che la circondano, potremo infatti raccogliere i sacchetti di semi e usare appositi banchi da giardiniere per piantarli e ottenere un germoglio: a questo punto è però necessario portare il vaso in un luogo adatto affinché la pianta cresca (con una velocità decisamente innaturale, ma sicuramente adatta a un videogame).

Al centro di tutta questa attività di ricerca c'è il già citato trattato che diligentemente tiene traccia di tutto quello che facciamo, fornendo le mappe della villa e pratiche schede per ciascuna specie vegetale che andremo a trattare. Non solo: il diario tiene anche traccia dei vari "indizi" che incontriamo, registrando un po' di tutto, da ritagli di giornale a quadri appesi alle pareti, da appunti a etichette. Tramite un'apposita interfaccia è poi possibile abbinare questi indizi alle varie specie, così da ottenere eventualmente conferma del metodo giusto da applicare per ottenere l'agognata fioritura. Un peccato che gli indizi in questione vengano solo catalogati ma che non sia possibile consultarli senza tornare invece nel luogo in cui si trovano fisicamente nella villa.

"Anche se per caso mi piacessero i fiori, non è detto che io debba fare il fiorista".

Le varie piante da coltivare sono tutte inventate e presentano ciascuna delle caratteristiche peculiari: c'è quella che mangia immediatamente lo smog, quella che emette bioluminescenza e via dicendo. Sotto questo specifico aspetto il team di sviluppo si è decisamente scatenato spingendoci a cercare situazioni sempre differenti.

La villa dei sogni

Oltre a semi e piante la vera protagonista di Botany Manor è sicuramente lei, la villa, grande e accogliente, circondata da splendidi giardini e inclusiva anche di un paio di interessanti segreti. Il gioco propone un sistema di esplorazione progressiva, con aree che via via si sbloccano trovando chiavi e risolvendo enigmi: così facendo siamo sicuri di avere sempre a che fare con puzzle ben localizzati in specifiche aree, senza il bisogno di vagare a vuoto per mettere assieme indizi lontanissimi tra loro.

Lo stile chiaramente ispirato a quello di The Witness, unitamente a un'architettura a volte un po' fiabesca, rende molto bene e fornisce un contesto visivo di primissimo livello, anche grazie all'accompagnamento sonoro principalmente a base di brevi passaggi al pianoforte. Quello che un po' spiace è che i vari ambienti servano solo come "contenitori" dei diversi enigmi, senza sfruttare spazialità e punti di osservazione per integrare il gameplay con qualcosa di più articolato (e geniale), come visto, invece, in titoli come The Witness o The Talos Principle, al punto che tali spazi splendidamente realizzati sembrano in larga parte sprecati, anche a causa della limitata interattività.

La villa e i suoi splendidi giardini sono i chiari protagonisti del gioco.

Molto azzeccato, invece, il modo in cui gli enigmi sono strutturati, con i vari indizi che si incastrano fra loro in modo effettivamente logico. Certo, in un paio di casi si può risolvere un enigma provando una a una le varie combinazioni, ma in generale Botany Manor premia chi sa ragionare e chi sa applicare un po' di pensiero laterale: per questo determinati passaggi, una volta risolti, risultano assai appaganti.

Un evidente problema che affligge (o caratterizza?) il gioco è la sua durata contenuta: dodici specie di piante e pochi elementi di contorno vanno a formare una sfida che richiede solo una manciata di ore per essere completata, molte meno di quanto ne servono per i giochi già citati in questo articolo. Mancano inoltre attività secondarie che possano prolungare la nostra permanenza nella dimora: con un pizzico di creatività in più si sarebbero potute innestare nel gioco alcune meccaniche che avrebbero sia premiato lo spirito investigativo del giocatore, sia fornito qualche ora in più all'esperienza.

Nella sua natura più ristretta, Botany Manor risulta comunque capace di offrire un set di puzzle ben strutturati, dipingendo con tratti ampi una storia di discriminazione ed emancipazione, facendoci conoscere Arabella tramite ritagli di giornale, corrispondenza e qualche spennellata di narrazione contestuale. La sensazione che ci rimane addosso dopo i titoli di coda è sicuramente positiva, con l'impressione di aver completato un gioco che probabilmente dura il giusto e che ha anche qualcosa in più da dire dei vari enigmi che ne formano la variopinta spina dorsale.

Verdetto

Botany Manor è una ben riuscita aggiunta al genere dei puzzle game in prima persona. L'esperienza è breve e non sfrutta a fondo il potenziale della bella ambientazione creata da Balloon Studio, ma la buona qualità degli enigmi e la bellezza visiva sono due elementi che si fondono per dare vita a un videogioco molto valido (seppure non imprescindibile come alcuni dei suoi colleghi citati nell'articolo).

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Botany Manor - La recensione

7.5
Discreto
Un'esperienza breve ma avvolgente che soddisferà i patiti di puzzle game "immersivi".
Botany Manor