SteamWorld Build - Recensione

Dopo scavi, rapine e avventure è il momento di costruire nel mondo di SteamWorld.

SteamWorld Build - La recensione

LA RECENSIONE IN BREVE

  • Un gestionale in tempo reale ambientato nell'universo di SteamWorld? E perché no?
  • Durante l'esperienza si intrecciano due meccaniche di gioco: la costruzione dell'avamposto e la gestione della miniera.
  • Grafica colorata e interfaccia ben realizzata per un videogioco più canonico di quanto ci si aspetterebbe.

Una serie bizzarra e interessante, quella di SteamWorld. Anziché concentrarsi su un singolo genere, il publisher Thunderful Group ha pensato di usare questa ambientazione cartoonesca-steampunk per dare vita a videogiochi appartenenti a diverse tipologie, dai GDR ai simulatori di scavo. La matematica mi dice che il qui presente SteamWorld Build è, in effetti, il sesto gioco ambientato in questo universo, anche contando il tower defense uscito a suo tempo su Nintendo DS. Soprattutto, si tratta del primo "capitolo" il cui sviluppo è affidato a un team diverso da Image & Form, quello che ha dato i natali alla serie: al timone troviamo infatti The Station, altra software house in forze a Thunderful Group, incaricata di dare vita a un capitolo "gestionale" della saga. Avrà funzionato bene questa doppia transizione?

Frontiera & Vapore

Nell'introduzione di SteamWorld Build ci troviamo subito di fronte un problema non da poco: il pianeta sta morendo e un gruppo di sbuffanti robot a vapore arriva in treno presso un vecchio avamposto di frontiera in cerca di una via di scampo. Un barlume di speranza viene fornito dal ritrovamento di un vecchio computer chiacchierone che assicura di poter salvare i disperati automi fornendo loro una via di fuga verso lo spazio: per farlo, però, è prima necessario recuperare pezzi di un'antica tecnologia (della quale lo stesso computer fa parte) necessari ad assemblare un razzo spaziale. Più facile a dirsi che a farsi, visto che la miniera dell'avamposto è abbandonata da secoli, coi precedenti coloni scomparsi in seguito a qualche non meglio precisato evento.

La chiave per uscire da questa disastrosa situazione è tutta nel titolo del gioco, ovvero "build": dovremo infatti rimettere in piedi l'avamposto per attrarre e formare abbastanza forza lavoro da riprendere gli scavi, superare qualsiasi minaccia sia presente nel sottosuolo e trovare quanto necessario per costruire il provvidenziale razzo. Vediamo come.

Innanzitutto è importante premettere che SteamWorld Build rappresenta la fusione di due anime distinte, ovvero la costruzione dell'avamposto e la gestione degli scavi. La prima fase è quella che ci porterà via più tempo in generale, sebbene mano a mano che si procede nella partita la seconda crescerà in importanza (e impegno richiesto). A dire il vero, chiunque abbia avuto a che fare con un "city builder" moderno come Northgard o Timberborne si troverà subito a suo agio con l'interfaccia e il "flusso" del gioco: si parte da un importante edificio centrale (ovvero, la stazione del treno in cui arriveremo a inizio della partita) e si procede a costruire via via tutti gli altri che servono per una crescita organica dell'avamposto, a cominciare ovviamente dalle abitazioni dei robot-coloni, fondamentali. Queste richiedono ausili specifici per essere operative, ovvero, strade che le connettano al resto dell'insediamento e dell'acqua, elemento vitale anche in un mondo che campa a colpi di vapore. Vanno poi insediate quelle strutture che consentono di sfruttare le risorse dell'area circostante per produrre legname e carbone: ogni volta che piazziamo un "progetto" sulla mappa vedremo partire i baldi robottini che, automaticamente, trasporteranno il necessario per la costruzione e si metteranno al lavoro, il tutto rigorosamente in tempo reale (con l'opzione di mettere in pausa l'azione o velocizzarla).

Una società stratificata

Poggiata subito sopra la classica gestione di edifici e risorse - ben integrata con una colorata e chiara interfaccia - troviamo in SteamWorld Build una particolare gerarchia sociale che cerca di dare un tocco di relativa innovazione all'altrimenti canonico motore di gioco. Se inizialmente, infatti, ci troviamo a creare soprattutto edifici e abitazioni per i lavoratori generici, soddisfacendo specifici requisiti (tra cui la creazione di "beni di lusso" e specifici alloggi) possiamo iniziare ad attrarre lavoratori specializzati come gli ingegneri: ciascuna "classe" aggiuntiva sblocca a sua volta nuovi edifici e possibilità di gameplay, tutti elementi che vengono chiaramente indirizzati verso un fine ultimo: la miniera. Il problema è che i diversi tipi di cittadino presentano requisiti ed esigenze differenti, qualcosa che scopriremo abbastanza brutalmente durante la prima sessione col gioco, quando ci troveremo a ricostruire buona parte dell'insediamento per gestire bene i "nuovi arrivati".

Fortunatamente qui entra in gioco il buon tutorial di SteamWorld Build (completamente tradotto in italiano) che riesce nel compito di introdurre in modo progressivo le meccaniche di base e le prime sorprese senza rovinare però l'esperienza "avanzata", sbloccando pezzo dopo pezzo anche diverse parti della complessa interfaccia.

Ecco, "complesso" è un aggettivo che in precedenza mai avrei abbinato a un capitolo della serie SteamWorld, ma che nel caso di Build calza stranamente a pennello: della saga, infatti, il gioco propone soltanto l'ambientazione e qualche personaggio, risultando al tempo stesso molto distante anche come target. Non fatevi dunque ingannare dalla grafica colorata e dai robottini carini: sotto il cofano c'è un gestionale in tempo reale che richiede impegno e attenzione, persino prima di lanciarsi in quella che è la sua insospettabile seconda metà: la miniera stessa. Raggiunto un certo punto nello sviluppo dell'insediamento, infatti, avviene qualcosa che al tempo stesso ci fornisce accesso ad una meccanica fino a quel momento sconosciuta e ci presenta quella che, a tutti gli effetti, diventa la vera sfida del gioco.

Che roba c'è qui sotto?

Come premesso, lo scopo di SteamWorld Build infatti non è creare una prosperosa città industriale pensata per durare nel tempo. Tutt'altro: in teoria il tempo è poco, visto lo stato in cui si trova il mondo stesso, e così il nostro obiettivo è scavare SOTTO l'insediamento in cerca delle tecnologie antiche necessarie per costruire il fantomatico razzo. Questo ci fornisce accesso ad un'interfaccia di gioco completamente differente per scala e funzionalità: controllando dei robot-minatori ci troviamo infatti a scavare in una cubettosa miniera estraendo sia risorse, sia suddetti frammenti di tecnologia. Una svolta inizialmente straniante, e che ben presto porta ad altre sorprese; senza scendere troppo nei dettagli, sappiate che il sottosuolo non è tranquillo come ci si potrebbe aspettare, di conseguenza dovremo equipaggiare i nostri minatori sia con strumenti atti a facilitare gli scavi, sia con oggetti che possano mantenerli sani e salvi.

Tutto questo ricorda un po' il caro vecchio Dungeon Keeper (o anche la serie di Evil Genius), e presenta una natura "progressiva" ancora più marcata rispetto a quanto proposto in superficie, di fatto avvicinandosi notevolmente alla filosofia di base delle sessioni di scavo di SteamWorld Dig, dove per raggiungere i risultati "in profondità" è necessario mano a mano potenziare le nostre dotazioni.

La miniera rappresenta il vero scopo di tutto quello che facciamo in SteamWorld Build.

Ben presto si scopre come le due nature di SteamWorld Build risultino interdipendenti e tutto sommato ben intrecciate fra loro, sebbene personalmente in fase avanzata ho sentito la "pressione" della gestione della cittadina un po' troppo distraente rispetto alla fase estrattiva/esplorativa, anche perché la seconda presenta quel carattere vagamente assente nella prima. La necessità di bilanciare i nostri ruoli di sindaco e capo-minatore è il fulcro su cui The Station ha poggiato in buon equilibrio il gioco, modificando tra l'altro la prospettiva di un videogame gestionale che, anziché essere open-ended come molti suoi colleghi, presenta invece uno scopo ultimo.

Bisogna dire che la seconda parte del gioco può a modo suo introdurre un po' di frustrazione per via di alcune sorprese che possono costringerci a rivedere piani e a ripiegare, quando magari vorremmo semplicemente lanciarci verso un "finale", ma al tempo stesso è la tensione stessa della miniera e delle sue inside a spingerci ad adattarci, evolverci e riprovare. Anche perché, di fatto, senza di essa SteamWorld Build sarebbe soltanto l'ennesimo gestionale neppure troppo originale: che siano robottini, contadini del medioevo o puffi poco cambierebbe, in fase di costruzione. Questo significa che, con uno scopo comune così palese, le partite si assomigliano un po' tutte? Non necessariamente: cinque diverse situazione di partenza richiedono approcci differenti, e i quattro livelli di difficoltà proposti garantiscono comunque la possibilità di cucire l'esperienza sulle proprie esigenze. Probabilmente risulterà un gioco con una longevità minore rispetto a suoi colleghi più "malleabili", ma state comunque certi che le sue decine di orette saprà assorbirle. Ecco, più tipicamente "da SteamWorld" noto invece lo stile grafico (ottimamente trasposto in 3D e coadiuvato da belle illustrazioni bidimensionali) e l'accompagnamento sonoro che riprende quanto ascoltato negli altri episodi della saga, ottimi complementi a un gestionale che riesce a dire la sua grazie alle facce che lo compongono, completandosi a vicenda.

Verdetto

Due nature che convivono e si bilanciano fra loro abbastanza bene, fornendo tra l'altro alle partite un vero e proprio flusso che va tenuto in considerazione mirando all'obiettivo finale: SteamWorld Build è un gioco sicuramente meno originale degli altri capitoli della saga, ma non per questo meno valido. I quattro livelli di difficoltà permettono di plasmare l'esperienza sulle proprie esigenze, e già affrontando il secondo ci si ritrova di fronte a una sfida che diventa progressivamente molto impegnativa. Non aspettatevi un videogame strutturalmente semplice come gli altri episodi della serie: approcciato con le giuste premesse, SteamWorld Build dovrebbe lasciare i patiti di gestionali in tempo reale decisamente soddisfatti.

In questo articolo

SteamWorld Build

The Station
  • Piattaforma

SteamWorld Build - La recensione

8
Buono
Un'interessante fusione di due meccaniche distinte che pecca un po' di originalità - specialmente in confronto allo stile degli altri capitoli della serie - ma sopperisce con una qualità generale davvero elevata.
SteamWorld Build