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Congo by David Van Reybrouck
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CUORE NERO SUL PIANETA TERRA



L’opera inizia al meglio, ha un bell'incipit che ricorda quello del magnifico libro di Robert Huhes La riva fatale: già a 800 km dalla costa, arrivando in nave, David van Reybrouck, scrittore belga fiammingo (da qui in poi DvR per semplicità), inizia a descrivere le acque del fiume - i colori, che dal blu si fanno sempre più tendenti al marrone - sono acque che dopo aver percorso centinaia di chilometri raccogliendo terra, piante, tronchi e detriti di ogni genere, sfociano in un estuario grandioso.

È un’opera sterminata, come sterminato sarà probabilmente il mio commento, così come sterminato è il paese che racconta, grande da solo come tutta l’Europa Occidentale.
DvR ha compiuto un’impresa pari a quella di Stanley, un’impresa memorabile.


Il fiume Congo, verde cuore di tenebra.

Un libro che arriva spinto da vendite record, trecentomila copie solo in Belgio, Olanda e Congo (nazione in cui i quotidiani vendono al massimo 1500 copie!), e da una forte promozione: il noto esperto di storia africana, Roberto Saviano, firma la fascetta, le librerie hanno esposto il volume in vetrina per settimane, i giornali e le riviste ne hanno parlato, con recensioni lunghe (Adriano Sofri su Repubblica) e molte brevi.
Anche questo ha dell’incredibile: come mai un libro di giornalismo, e storia, e ricerca, un saggio di settecento pagine su uno dei paesi più dimenticati da dio ma non dagli avvoltoi umani, vende così bene, suscita tanto tam tam?

I problemi iniziano molto presto.
L’edizione Feltrinelli relega venti pagine fitte fitte di note in fondo al volume, che data la mole richiede l’uso di entrambe le mani, così facendo sconsigliandone la consultazione dopo il secondo tentativo, causa laboriosità dell’operazione e perdita del segno sulla pagina in lettura.
Le pagine dedicate all’indice dei nomi non vengono neppure numerate, manco facessero parte del libro per sbaglio.
Le note sono comunque redatte in modo sintetico, e anche questo ne scoraggia l’uso. Eppure le note sarebbero parte del testo, almeno per me, mica solo per David Foster Wallace.

description
Amputati: la giustizia belga.

I problemi aumentano perché DvR, lo scrittore, fa ampio uso di interviste, da lui stesso condotte.
Non si capisce bene come questa parte di fonti possa essere verificata dal lettore, o da studiosi e ricercatori.
Se poi l’intervistato ha 126 anni e parla di fatti successi prima della sua nascita, la credibilità crolla.
La testimonianza in sé come fonte storica è da prendere con le molle: sappiamo bene che la memoria riscrive e riplasma la realtà facendola diventare presunta realtà - la memoria di un uomo di 126 anni che valore storico può avere, che grado di attendibilità?!
E comunque, l’uso di testimonianze e interviste come fonte storica è argomento sul quale gli storici, quelli veri, ancora si confrontano prendendosi anche a cornate.
Se poi testimonianza e intervista sono solo fonte orale, senza supporto audio registrato, ma affidandosi alle pagine di appunti e al ricordo di chi scrive, come pare il caso di DvR, l’attendibilità risulta ben più che compromessa. Dovrebbero al massimo essere usate ‘a corredo’ di altre fonti principali, secondarie, non primarie come tende a fare DvR.



Ma quello che mi ha colpito anche di più dopo qualche decina di pagine, e reso la lettura zoppicante fino alla fine, è l’impianto adottato da DvR, l’ordine di precedenza degli argomenti e dei commenti, l’insistenza su alcuni aspetti invece di altri, lo spazio dedicato a questo invece che a quello, il sottolineare X invece di Y…
Una serie di scelte che mi ha suggerito l’impressione che DvR stia cercando di riscrivere la storia coloniale facendo degli europei i filantropi e degli indigeni dei miracolati da cotanta manna.
Ho avuto l’impressione che lo studio di DvR fosse impresa finanziata dal governo belga e dagli eredi di Leopoldo II, entrambi in cerca di rifarsi una verginità storica che gli studi, quelli veri e seri, gli hanno portato via da tempo.

I belgi sono stati tra i colonialisti più feroci, più assassini, più repressivi: ma qui si deve arrivare oltre pagina cento per leggere di qualche crimine di cui si sono macchiati, peraltro liquidato in un numero di pagine che non supera le dita delle mani, e peraltro infarcite di statistiche e numeri, cosa che si sa bene essere il modo per assopire qualsiasi pensiero critico e riflessivo di un lettore.

La chicote, la terribile frusta di pelle d’ippopotamo con i margini sfrangiati, è nominata solo quattro volte, la prima a pagina 99, e non si spiega com’era fatta e che effetti aveva.


La chicote era una frusta fatta di pelle di ippopotamo, fu inventata dai portoghesi mercanti di schiavi, era capace di sgarrare la carne e provocare più bruciore, sangue, cicatrici e dolore di qualunque altro scudiscio.

DvR contesta l’uso del termine genocidio e olocausto, e si può assentire: ma che si sia trattato di uno sterminio senza limiti è altrettanto incontestabile, considerato che nel giro di meno di venti anni la popolazione del Congo fu ridotta di circa la metà.
Certo non li si voleva far fuori tutti, non si voleva eliminare scientemente una determinata razza o tribù, la manodopera serviva, le schiave del sesso anche, quindi tecnicamente non è 'genocidio' (come per Clinton e Madeleine Albright, e l'ONU in genere, quello che è successo in Rwanda tra il 6 aprile e il 10 luglio 1994 erano 'atti di genocidio', non 'genocidio').
In ogni caso, DvR provvede a scaricare la maggior parte della responsabilità sulla malattia del sonno e la mosca tse tse, raffinata ed elaborata interpretazione di un massacro.

Per evitare di parlare male dei missionari cattolici, co-responsabili dell’orrore, DvR parla molto bene dei missionari protestanti.



Quando il Belgio passò dalle mani di Leopoldo II a quelle dello Stato belga, gli etnologi si scatenarono, studiarono a fondo le vare tribù congolesi, che fino ad allora erano state fluide e avevano sempre interagito una con l’altra, arrivando a classificarle, considerarle come un concetto assoluto, cristallizzarle in una rigida e immutabile identificazione etnica.
A DvR sembra sfuggire che si tratta dello stesso sistema messo in atto dagli stessi Belgi nel confinante Rwanda, che portò alle carte di identità etniche e creò il clima favorevole ai ripetuti tentati genocidi degli hutu verso i tutsi culminati in quello del 1994.
D’altra parte, a pag. 472 si legge: Dopo la fine della Guerra fredda, i reporter occidentali tendevano a riferirsi in misura crescente a un quadro di ordine morale per indicare le guerre: in Jugoslavia erano i serbi i grandi criminali, in Ruanda i tutsi venivano presentati come vittime innocenti…
In Ruanda i tutsi venivano presentati come vittime innocenti, scrive DvR: chissà chi altro avrebbe presentato lui come vittima innocente se ne avesse scritto. Probabilmente i gorilla.
Sotto il regno del terrore instaurato dai militari, funzionari, agenti, impiegati e missionari inviati da Leopoldo II (che non mise mai piede nella colonia così fortemente voluta e difesa), la popolazione del Congo si ridusse della metà, con la morte di circa dieci milioni di africani.
Il colonialismo, dipinto per quello che è veramente stato (conquista, sopruso, rapina, devastazione, violenza, sopraffazione, sadismo, crudeltà, ingiustizia, tortura…), genera la nascita dei primi movimenti in difesa dei diritti umani.



È sintomatico che un capitolo sia intitolato ‘I belgi ci hanno liberato’, come veniva detto nelle canzoncine che i missionari cattolici costringevano i locali, soprattutto bambini, a imparare.

Come sintomatico è anche il fatto che la ricchezza naturale del Congo (prima l’avorio, poi la gomma, poi i giacimenti, tra i più grandi del mondo, oro, diamanti, rame, uranio, zinco, coltan…) venga più volte definita fortuna, quando per i congolesi si è soprattutto rivelata una jattura.

Non che DvR si dimentichi di dire che la ricchezza veniva poco redistribuita in loco, ma anche qui non dà mai il giusto peso.


Una statua di Leopoldo II perfezionata dai suoi fan.

Il romanzo di Conrad 'Cuore di tenebra' è considerato da DvR un’allegoria, o una parabola freudiana – e Kurtz, il suo protagonista assassino, un folle che ha letto troppo e mal digerito Nietzsche.
In realtà, Kurtz fu basato su un collage di figure storiche e l’orrore descritto era realistico quanto mai, il romanzo di Conrad è un ritratto preciso dettagliato e profondo di quello che era il Congo sotto la dominazione del re del Belgio, Leopoldo II, negli anni a cavallo della fine del secolo XIX (1885-1908), quando fu perpetrato uno degli stermini di cui si è parlato meno e dimenticato di più.

La storia si è poi ripetuta, le Grandi Guerre Africane a cavallo dell’inizio del terzo millennio, con oltre 5 milioni di morti nel solo Congo, chi ne parla, chi se le ricorda, che segno hanno lasciato?
Per fortuna, qui DvR esprime la sua parte migliore, più giornalistica che storica, più descrittiva che riflessiva, ma comunque molto interessante.



Il giorno dell’indipendenza (30 giugno 1960), il primo ministro Lumumba pronunciò un discorso di soli pochi minuti, che è rimasto nella memoria collettiva come uno dei grandi discorsi della storia – parole che fanno ancora tremare i polsi cinquantacinque anni dopo essere state pronunciate.
Ma DvR, il nostro giornalista sedicente storico, usa queste espressioni per commentarlo: tempismo disastroso…Lumumba parlava come se fosse ancora in campagna elettorale…rientrava nella retorica esaltata dell’epoca…uno sguardo più rivolto al passato che al futuro…
Senza tenere conto che pochi minuti prima la cerimonia era stata introdotta dal discorso di Baldovino, re del Belgio, il quale per guardare al futuro anziché al passato, aveva appena detto: L’indipendenza del Congo costituisce la realizzazione dell’opera concepita dal genio di re Leopoldo II, intrapresa da lui con coraggio tenace…siamo pronti a restare al vostro fianco per aiutarvi con i nostri consigli.

Patrice Émery Lumumba, 2 luglio 1925 – 17 gennaio 1961. Fu giustiziato e smembrato, i suoi resti fatti sparire nell’acido.

Leggendo le pagine che gli sono dedicate, è difficile capire e spiegarsi come mai Lumumba sia così famoso, sia entrato nella storia come uno dei più importanti leader della lotta africana al colonialismo – come mai quando si sparse la notizia del suo atroce assassinio, lo sconcerto fu totale, da Oslo a Tel Aviv, da Vienna a New Delhi, da Belgrado e Varsavia al Cairo, e molte persone scesero in piazza, e qua e là furono prese d’assalto le ambasciate belghe.

Credo che la spiegazione di tutto risieda nel fatto che DvR tema di sconfinare nell’ideologia se per caso gli sfuggisse la stessa indignazione di qualche altro storico, da lui considerato manicheo.
Per spiegare la complessità della materia, DvR preferisce illuminare i fatti in modo che i belgi, gli europei, il colonialismo risultino forze propulsive moderne, tutto sommato positive, e quindi giuste.


Alla ricerca di diamanti.
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Reading Progress

January 16, 2015 – Started Reading
January 16, 2015 – Shelved
January 16, 2015 – Shelved as: africa-congo
January 16, 2015 – Shelved as: belga
January 16, 2015 – Shelved as: congo
January 16, 2015 – Shelved as: congo-belga
January 16, 2015 – Shelved as: reportage
January 16, 2015 –
page 40
5.81%
January 17, 2015 –
page 60
8.72%
January 17, 2015 –
page 77
11.19%
January 18, 2015 –
page 100
14.53%
January 20, 2015 –
page 140
20.35%
January 20, 2015 –
page 140
20.35%
February 6, 2015 –
page 170
24.71%
February 14, 2015 –
page 200
29.07%
February 19, 2015 –
page 245
35.61%
March 13, 2015 –
page 270
39.24%
March 14, 2015 –
page 290
42.15%
April 20, 2015 –
page 305
44.33%
April 21, 2015 –
page 340
49.42%
April 22, 2015 –
page 390
56.69%
May 9, 2015 –
page 400
58.14%
May 10, 2015 –
page 430
62.5%
May 10, 2015 –
page 465
67.59%
May 25, 2015 –
page 510
74.13%
May 26, 2015 –
page 535
77.76%
May 27, 2015 –
page 565
82.12%
May 27, 2015 – Finished Reading
August 24, 2016 – Shelved as: africa

Comments Showing 1-26 of 26 (26 new)

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message 1: by Marite (new) - added it

Marite Byrne Complimenti, recensione molto interessante e documentata.


Orsodimondo [part time reader at the moment] Marite wrote: "Complimenti, recensione molto interessante e documentata."

Grazie! :-)


message 3: by stefano (new) - added it

stefano Mille volte in libreria l'ho afferrato, sfogliato, e ho titubato se comprarlo o meno. Non è che mi hai fatto passare la voglia, ma quasi...


Orsodimondo [part time reader at the moment] stefano wrote: "Mille volte in libreria l'ho afferrato, sfogliato, e ho titubato se comprarlo o meno. Non è che mi hai fatto passare la voglia, ma quasi..."

Devi essere molto interessato all'argomento e aver voglia di abbracciare duecento anni di storia.
Io, comunque, sono contento d'averlo letto, nonostante i suoi limiti: ma la mole di dati è notevole, davvero impressionante.


message 5: by Baylee (new)

Baylee Anch'io come Stefano ero molto tentata dalla lettura di "Congo" e adesso lo sono un po' meno... Magari mi rileggo Conrad! :)


Orsodimondo [part time reader at the moment] Baylee wrote: "Anch'io come Stefano ero molto tentata dalla lettura di "Congo" e adesso lo sono un po' meno... Magari mi rileggo Conrad! :)"

'Cuore di tenebra' si può rileggere all'infinito :-)


message 7: by Baylee (new)

Baylee orsodimondo (a zonzo) wrote: "Cuore di tenebra' si può rileggere all'infinito :-)"

Vado sul sicuro. Dovrei solo reperire la mia copia, visto che non so dove sia finita... ^^'


message 9: by Pamela (new)

Pamela Perry Too bad no mention of the atrocities going on currently. Probably because children are mining COLTRAN, a mineral used in every electronic device, from cell phones to PC's.


Orsodimondo [part time reader at the moment] Pamela wrote: "Too bad no mention of the atrocities going on currently. Probably because children are mining COLTRAN, a mineral used in every electronic device, from cell phones to PC's."

True.


message 11: by Tittirossa (new)

Tittirossa anch'io stavo per comprarlo ma mi attrae poco visto che so pochissimo del Congo e non vorrei partire con questo. consigli per una lettura. e no


message 12: by Tittirossa (new)

Tittirossa (prosegue causa app che non fa correggere) consigli per una lettura meno parziale?


message 13: by Gattalucy (new)

Gattalucy Però gli hai dato tre stelle. Io sarei stata più misera.


message 14: by Sabrisab (new)

Sabrisab Intanto per leggere Conrad avrò una motivazione in più. Del tuo commento che dire...grazie... Che mi rendo conto di non conoscere molta della storia recente e che tutto ciò è un pugno nello stomaco.


Orsodimondo [part time reader at the moment] Gattalucy wrote: "Però gli hai dato tre stelle. Io sarei stata più misera."

Non credo che esista opera più esaustiva sulla storia del Congo. Io non la conosco. L'inizio è molto bello, mi ha ricordato un libro che amo moltissimo. Nella parte finale, quella più contemporanea migliora. Odio il colonialismo (quello belga è tra i peggiori), e questo fa di me un giacobino. No, meno di tre stelle non si può, le vale tutte. E chi non ha alle spalle conoscenze e letture/studio sull'argomento, può credere che sia tutto come lui racconta.


Orsodimondo [part time reader at the moment] Tittirossa wrote: "(prosegue causa app che non fa correggere) consigli per una lettura meno parziale?"

Sull'epoca di Leopoldo II:
https://www.goodreads.com/review/show...

Amnesty ha pubblicato brevi studi sulle guerre di fine secondo millennio scritte da Daniele Scaglione.
Il libro di Tim Butcher, Fiumi di sangue (lo trovi anche tra i miei). Per certi versi anche quello di Vargas Llosa "Il sogno del celta" (sempre tra i miei).
Ma così completo credo non esista null'altro. D'altra parte, 700 pagine...


Orsodimondo [part time reader at the moment] Sabrisab wrote: "Intanto per leggere Conrad avrò una motivazione in più. Del tuo commento che dire...grazie... Che mi rendo conto di non conoscere molta della storia recente e che tutto ciò è un pugno nello stomaco."

Quello che è stato fatto in Africa è molto più di un pugno nello stomaco, è un abominio. E certo, non solo in Africa: ovunque gli europei hanno messo piede, c'è stato sterminio, "atti di genocidio".


message 18: by piperitapitta (new)

piperitapitta Capisco il motivo per cui un belga scriva un libro del genere - desiderio di autoassoluzione, principalmente, autoconvincimento di essere stati dalla parte del giusto (?) - ma non capisco perché la comunità europea (Cristiana? L'umanità intera?) - non prenda invece distanze da mistificazioni come questa.
Ecco, mi chiedo, perché?


Orsodimondo [part time reader at the moment] piperitapitta wrote: "Capisco il motivo per cui un belga scriva un libro del genere - desiderio di autoassoluzione, principalmente, autoconvincimento di essere stati dalla parte del giusto (?) - ma non capisco perché la..."

Prendere distanza mi pare eccessivo. Anche perché è proprio la comunità europea, quindi cristiana, che ha colonizzato il mondo, il primo, il secondo, il terzo, il vecchio, il nuovo e il nuovissimo, e dovunque abbiamo posato piede ha trattato le popolazioni indigene come carne di porco.
A me piacerebbe capire cosa c'è dietro questa operazione, come mai 700 pagine su una delle nazioni più dimenticate da dio, siano tanto spinte, promosse, esposte, vendute, lette.


message 20: by piperitapitta (new)

piperitapitta Orsodimondo wrote: "piperitapitta wrote: "Capisco il motivo per cui un belga scriva un libro del genere - desiderio di autoassoluzione, principalmente, autoconvincimento di essere stati dalla parte del giusto (?) - ma..."

Non sono preparata, sulla storia del Congo, e nemmeno su questa sponsorizzazione/operazione/pressione mediatica: da parte di chi, dove, quando?

Sono d'accordo con quanto dici: Anche perché è proprio la comunità europea, quindi cristiana, che ha colonizzato il mondo, il primo, il secondo, il terzo, il vecchio, il nuovo e il nuovissimo, e dovunque abbiamo posato piede ha trattato le popolazioni indigene come carne di porco, ma è anche vero che la comunità (di nuovo europea, cristiana, occidentale), ha già preso le distanze da altri massacri, in primis quello nei confronti degli ebrei, che è persino più recente: cosa impedisce di farlo anche nei confronti delle popolazioni africane? È davvero solo la ratificazione del fatto che il "terzo mondo" continua a essserlo anche a livello di percezione mentale e che le sue popolazioni non siano considerate umanamente alla pari? (Ragiono ad alta voce, puoi anche rispondere solo alla prima domanda)


Orsodimondo [part time reader at the moment] piperitapitta wrote: "Orsodimondo wrote: "piperitapitta wrote: "Capisco il motivo per cui un belga scriva un libro del genere - desiderio di autoassoluzione, principalmente, autoconvincimento di essere stati dalla parte..."

Il problema non è mica solo con l'Africa: aborigeni, maori, indios, indiani d'America...


message 22: by piperitapitta (new)

piperitapitta Orsodimondo wrote: "piperitapitta wrote: "Orsodimondo wrote: "piperitapitta wrote: "Capisco il motivo per cui un belga scriva un libro del genere - desiderio di autoassoluzione, principalmente, autoconvincimento di es..."

Sì certo, ma in quei casi, anche politicamente, c'è chi si è esposto nel condannare e nell'ammettere le colpe della propria nazione (come in Canada, per esempio).


Marozzi Ho letto la tua recensione di Congo e non sono molto d'accordo con il modo in cui interpreti gli intenti di DvR. E' certamente vero che non calca la mano sugli orrori già noti del colonialismo di Leopoldo II, avrebbe potuto enfatizzare il racconto dello svolgimento di questi eventi e soprattutto approfondirne la risonanza internazionale (in questo lo trovo davvero carente, non dice niente in merito), Però non credo che valuti il colonialismo come una forza propulsiva moderna: lo vede esattamente per quello che è, un ladrocinio feroce e spietato completamente privo di interesse per il popolo congolese e per qualsivoglia conseguenza delle proprie azioni e dipinge il Congo come una terra condannata da una ricchezza che non è in grado di sfruttare e far fruttare, in balia dei paesi stranieri, oggi della Cina.
Trovo molto interessante soprattutto l'ultima parte, relativa al colonialismo cinese anche perchè descrive ciò che accade ovunque. A me sembra un lavoro monumentale scritto con l'intento di lasciare una pietra miliare che duri nel tempo e attribuisco a questo l'assenza di enfasi emotiva sugli eventi più cruenti piuttosto che a un suo giudizio di valore sui fatti.
Quanto all'introduzione di Saviano, ha fatto cadere le braccia anche a me.


message 24: by Orsodimondo [part time reader at the moment] (last edited Jul 30, 2020 07:58AM) (new) - rated it 3 stars

Orsodimondo [part time reader at the moment] Marozzi wrote: "Ho letto la tua recensione di Congo e non sono molto d'accordo con il modo in cui interpreti gli intenti di DvR. E' certamente vero che non calca la mano sugli orrori già noti del colonialismo di L..."

A me ha proprio dato l'idea volesse ridimensionare l'orrore che è stato commesso: credo che il Congo batta tutto e tutti. Lui invece attribuisce molto alla malattia del sonno!
Trovo anche svilente il suo modo di raccontare Lumumba.
Vero l'intento di scrivere qualcosa di monumentale e imprescindibile nel futuro: ma la sensazione che parte della sua ricerca sia stata finanziata dal casato di Leopoldo II per me è forte.
Inspiegabile il successo di un tomo così impegnativo su un argomento che non è mai interessato a molta gente: il Congo (e subito prima il Rwanda) sono stati lasciati a massacrarsi per anni con cifre di morti elevatissime.

Io mi permetto di segnalarti un libro altrettanto voluminoso e impegnativo, ma di ben altra qualità (quest'altro è splendido) che racconta la nascita dell'ultimo continente, l'Australia: Robert Hughes "La riva fatale".


Marozzi effettivamente potresti avere ragione, potrebbe essere parte di una operazione di revisionismo finanziata da chi di dovere.Mi sembra comunque un'opera degna di interesse, a questo punto da prendere con le pinze. Non sapevo che avesse avuto tanto successo, sto cercando libri sull'Africa perchè mi preparo ad un viaggio in Namibia per l'anno prossimo e ho deciso di fare un anno africano tra saggi sull'Africa e letteratura. Hai qualche altro consiglio, sia di fiction che di non fiction?
E grazie per Hughes, farò volentieri un'eccezione al mio proposito di lettura


Orsodimondo [part time reader at the moment] Marozzi wrote: "effettivamente potresti avere ragione, potrebbe essere parte di una operazione di revisionismo finanziata da chi di dovere.Mi sembra comunque un'opera degna di interesse, a questo punto da prendere..."

Data la contiguità, leggerei Coetzee. Io lo trovo superbo.
Se vuoi, nella mia libreria alla voce "Africa" ci sono altre cose.
Al tuo posto, forse, guarderei cos'hanno scritto sulla rivista "Limes".


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