Orsodimondo [part time reader at the moment]'s Reviews > Gli spettri del Congo. Re Leopoldo II del Belgio e l'olocausto dimenticato

Gli spettri del Congo. Re Leopoldo II del Belgio e l'olocaust... by Adam Hochschild
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bookshelves: africa-congo, americana, genocidio-e-dintorni

CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ



Cuore di tenebra è spesso considerato un’allegoria, o una parabola, freudiana – e Kurtz, il suo protagonista assassino, un folle che ha letto troppo e digerito male Nietzsche.

In realtà, come il libro di Hochschild dimostra, Kurtz fu basato su un collage di figure storiche e l’orrore descritto era realistico quanto mai: il romanzo di Conrad è un ritratto preciso dettagliato e profondo di quello che era il Congo sotto la dominazione del re del Belgio, Leopoldo II, negli anni a cavallo della fine del secolo XIX (1885-1908), quando fu perpetrato uno dei genocidi di cui si è parlato meno e dimenticato di più (la storia si è poi ripetuta: la Grande Guerra Africana a cavallo dell’inizio del terzo millennio, con i suoi 5 milioni di morti e passa nel solo Congo, chi ne parla, chi se la ricorda, che segno ha lasciato?...)



Sotto il regno del terrore instaurato dai militari funzionari agenti impiegati missionari inviati da Leopoldo II (che non mise mai piede nella colonia così fortemente voluta e difesa), la popolazione del Congo si ridusse della metà, con la morte di circa dieci milioni di africani.

Il saggio dell’americano Hochschild, studioso e docente di storia dei diritti umani, pur se essenzialmente basato sulla monumentale ricerca storica di Jules Marchal, e su uno studio di Thomas Pakenham, diventa quasi un romanzo grazie al talento divulgativo di Hochschild che sa infarcire i fatti con episodi di diplomazia, biografie dei protagonisti, matrimoni, letteratura cronaca e resoconti giornalistici dell’epoca, diari ed epistolari, statistiche, interviste e qualsiasi testimonianza diretta.
Chiaramente le voci che mancano sono quelle delle vittime, lo stesso Hochschild è il primo a sottolinearlo e a lamentarlo: questo libro mi sembra dedicato proprio a loro.



È attento alla storia delle invenzioni, come quella del fucile a retrocarica e della mitragliatrice e degli pneumatici gonfiabili – ma anche all’artigianato, per spiegare il grande uso che si faceva all’epoca dell’avorio e della gomma.

Il colonialismo, dipinto per quello che è veramente stato (conquista, sopruso, rapina, devastazione, violenza, sopraffazione, sadismo, crudeltà, ingiustizia, tortura…), genera anche la nascita dei primi movimenti in difesa dei diritti umani: le origini di Amnesty International e altre organizzazioni umanitarie contemporanee possono essere rintracciate nei fatti e nel periodo storico che Hochschild ci racconta.


I cesti che servivano per la raccolta. La gomma è morte per la popolazione locale, ricchezza per i bianchi colonizzatori.

Un minuscolo stato come il Belgio si trovò a governare e controllare un impero coloniale 77 volte più grande.
E, come se non fossero bastati i massacri perpetrati in Congo, durante la Prima Guerra Mondiale, i belgi andarono a colonizzare anche più a est, in Rwanda e Burundi, dove riuscirono a comportarsi peggio dei tedeschi che li avevano preceduti: in queste terre i missionari belgi riuscirono a offrire il peggio.

Re Leopoldo II (Leggere la corrispondenza del re Leopoldo II è come leggere le lettere dell’amministratore delegato di una società che ha appena messo a punto un nuovo prodotto redditizio e si affretta ad approfittarne prima che i concorrenti possano mettere in funzione le proprie catene di montaggio.) riuscì a far credere all’Europa e agli Stati Uniti che la sua missione era prima di tutto umanitaria, liberare l’Africa dalla piaga dello schiavismo condotto dai mercanti “arabi”: chissà poi perché diede alle fiamme il suo archivio con scrupolo sistematico come neppure Hitler o Stalin si premurarono di fare…


Incontrare Kurtz.

…Williams utilizzò un’espressione che sembra tratta dai verbali dei processi di Norimberga di oltre cinquant’anni dopo. Il Congo di Leopoldo, scriveva, era colpevole di “crimini contro l’umanità”

I bianchi che attraversarono il territorio del Congo in veste di ufficiali militari, capitani di battello e funzionari di società statali o concessionarie accettarono l’impiego della chicotte con la stessa indifferenza con cui, cinquant’anni più tardi, centinaia di migliaia di altri uomini in uniforme avrebbero accettato i loro incarichi nei campi di concentramento nazisti e sovietici.




Come sarebbe successo decine di anni dopo nei gulag sovietici, un altro sistema schiavista per la raccolta di materie prime, il Congo applicò la politica delle quote. In Siberia, le quote erano relative ai metri cubi di legno tagliato o alle tonnellate d’oro estratte ogni giorno dai prigionieri; in Congo ai chili di gomma.

Cento anni fa, all’epoca della controversia sul Congo, l’idea dei pieni diritti umani, politici, sociali ed economici, era una minaccia per l’ordine costituito di molti paesi del mondo. Lo è ancora oggi.

Gli utili si accumulavano con rapidità perché, costi di trasporto a parte, la raccolta della gomma selvatica non richiedeva coltivazioni, fertilizzanti né investimenti di capitali in apparecchiature dispendiose. Richiedeva solo manodopera.



Questa foto è tra quelle pubblicate nel libro, ed è forse quella che mi ha colpito di più: sembra sospesa, sembra innocente... In realtà, si tratta di un padre che guarda la mano e il piede mozzati alla figlia. Era pratica diffusa mozzare mani e piedi per punizione: i moncherini compaiono in molte foto, e i 'trofei' sono spessi raccolti ed esposti dentro ampi cesti.
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Reading Progress

August 30, 2013 – Started Reading
August 30, 2013 – Shelved as: to-read
August 30, 2013 – Shelved
August 30, 2013 – Shelved as: africa-congo
August 30, 2013 – Shelved as: americana
September 19, 2013 –
page 40
9.3%
September 20, 2013 –
page 80
18.6%
September 20, 2013 –
page 105
24.42%
September 22, 2013 –
page 160
37.21%
September 22, 2013 –
page 186
43.26%
September 23, 2013 –
page 202
46.98%
September 24, 2013 –
page 227
52.79%
September 27, 2013 – Finished Reading
January 18, 2015 – Shelved as: genocidio-e-dintorni

Comments Showing 1-11 of 11 (11 new)

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Beverly Fantastic review Orsodimondo! I like how you compared it to Heart of Darkness, Kurtz has nothing on Leopold.


Orsodimondo [part time reader at the moment] Beverly wrote: "Fantastic review Orsodimondo! I like how you compared it to Heart of Darkness, Kurtz has nothing on Leopold."

Thanks, Beverly!🙇‍♂️🤗


message 4: by Barbara (new)

Barbara Vargas Llosa's novel The Dream of the Celt includes the story of the Irish nationalist Roger Casement's work for human rights influenced by his time in the "Belgian Congo". He was eventually executed by the British for treason for his role in arms smuggling during the Irish Uprising.


Orsodimondo [part time reader at the moment] Barbara wrote: "Vargas Llosa's novel The Dream of the Celt includes the story of the Irish nationalist Roger Casement's work for human rights influenced by his time in the "Belgian Congo". He was e..."

Thanks, Barbara, I've read that novel.


Albus Eugene Percival Wulfric Brian Dumbledore Leggo le tue preziose recensioni, e ne esco arricchito.
In questo caso, oltre al resto, ho imparato cos’era la “chicotte”.
Se me lo avessero chiesto, avrei immaginato una sorta di giarrettiera delle ballerine di can-can.
E invece a ‘ballare’ erano gli abitanti dello “Stato Libero del Congo”, nome con cui venne definito il controverso regno privato di Leopoldo II del Belgio. (Fonte Wikipedia).
Grazie.


Orsodimondo [part time reader at the moment] Albus Eugene Percival Wulfric Brian Dumbledore wrote: "Leggo le tue preziose recensioni, e ne esco arricchito.
In questo caso, oltre al resto, ho imparato cos’era la “chicotte”.
Se me lo avessero chiesto, avrei immaginato una sorta di giarrettiera del..."


Hai ragione, chicotte-giarrettiera è un'assonanza che potrebbe funzionare. In realtà credo che la pronuncia francese sia arrivata dopo, il termine dovrebbe nascere nella lingua portoghese.


message 8: by Marco (new)

Marco Simeoni Sei molto interessato a questa parte di storia coloniale.
Questo è il secondo libro che tratta l'argomento.
Il primo Congo by David Van Reybrouck l'ho letto anche io e mi ricordo che mi piacque il tuo mettere in dubbio le interviste dell'autore perché prive di fonti valide.
Questo invece lo consideri migliori, posso chiederti perchè?


Orsodimondo [part time reader at the moment] Marco wrote: "Sei molto interessato a questa parte di storia coloniale.
Questo è il secondo libro che tratta l'argomento.
Il primo Congo by David Van Reybrouck l'ho letto anche io e mi ricordo che mi piacque il t..."


Il libro di David Van Reybrouck ha diversi problemi di attendibilità, non solo le interviste a centenari che vengono invitati a spingersi ancora più indietro con la memoria. C'è per esempio il considerare il dimezzamento della popolazione congolese negli ultimid ecenni del 1800 opera più della mosca tse tse che della politica genocidaria belga. Tanto che ebbi l'impressione David Van Reybrouck fosse pagato per ripulire la coscienza e il nome della corona belga. E se non sbaglio David Van Reybrouck boccia il libro di Adam Hochschild come partigiano, fazioso, banale.


message 10: by Marozzi (new)

Marozzi il tuo commento su Van Reybrouck mi ha fatto dubitare della mia capacità di scegliere i saggi perchè dopo essermi letta tutte quelle pagine rimasi malissimo nell'apprendere che la lettura era faziosa. è quello che capita quando si leggono libri di argomenti sconosciuti, in cui non sai come orientarti: mi affidai all'editore e ala mole pensando potessero essere garanzia di validità dell'opera. Comunque sono felice di aver imparato moltissime cose sul Congo, si tratta solo di fare qualche ri-orientamento di quello che ho letto correggendolo con altre competenze acquisite in seguito su quella parte dell'Africa


Orsodimondo [part time reader at the moment] Marozzi wrote: "il tuo commento su Van Reybrouck mi ha fatto dubitare della mia capacità di scegliere i saggi perchè dopo essermi letta tutte quelle pagine rimasi malissimo nell'apprendere che la lettura era fazio..."

Il libro di Van Reybrouck è una stranissima operazione: perché mai un saggio di 700 pagine, definiamolo storico, di un autore belga mai sentito prima, è stato tradotto, pubblicato e venduto in così tanti paesi, quando il Congo è uno degli argomenti che interessa meno i lettori, al punto che una guerra durata anni e che ha fatto milioni di morti è finita in prima pagina molto raramente?


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