Still Wakes the Deep - Recensione

L'orrore delle profondità si diffonde lungo una piattaforma petrolifera, isolandoci dal resto del mondo

Still Wakes the Deep - La recensione

Se nello spazio nessun può sentirti urlarle, al largo delle coste della Scozia non va tanto meglio; a maggior ragione se hai a che fare con orrori incomprensibili e contro i quali non c'è difesa che tenga al di fuori di un ingegno guidato soprattutto dalla disperazione.

Still Wakes the Deep, il nuovo gioco di The Chinese Room, mette in scena una storia dolceamara, persino "banale" se vogliamo poiché a livello narrativo in sé non innova nulla, ma non sempre lo si deve fare: anche offrire un racconto interessante è più difficile di quanto si pensi, soprattutto quando si tocca quell'horror che molto spesso si riduce all'uso eccessivo dei jump scare, dimenticandosi che l'orrore ha tante sfumature e declinazioni.

Questo gioco invece se lo ricorda bene, così come non dimentica l'atmosfera, un ottimo doppiaggio e un protagonista nel quale finiamo per immedesimarci al di là del fatto che sia il nostro avatar. Non tutti gli elementi fanno centro ma nel complesso, e ricordando che si tratta di un'avventura principalmente narrativa, è un titolo che mi sento di consigliare - a maggior ragione se, come me, fate fatica a trovare un horror valido.

Proprio perché la storia è al centro dell'esperienza, dovrò fare qualche carpiato per raccontarvi il gioco senza scadere nello spoiler pur non essendocene in realtà così tanti - ed è questo uno dei suoi pregi maggiori a mio avviso. Scopriamo dunque cosa si cela negli orrori che in un solo giorno hanno sconvolto le vite di chiunque sulla piattaforma Beira D.

Non guardare nell'abisso

L'anno è il 1975. Nei panni di Cameron "Caz" McLeary, un elettricista a bordo della piattaforma petrolifera Beira D al largo della Scozia, dovremo sopravvivere agli orrori che le trivellazioni hanno fatto emergere dalle profondità marine. Caz è un uomo qualsiasi, umanissimo nelle sue reazioni e nelle motivazioni che anzitutto l'hanno spinto a essere lì, ma probabilmente ha fatto più acrobazie mortali lui in un giorno che Nathan Drake in una delle sue avventure. Non che avesse poi molta scelta: o quello o diventare come gli altri.

Qualsiasi cosa gli scavi abbiano portato alla luce, ha avuto un'influenza terribile sulla maggior parte delle persone a bordo, rendendole folli nel migliore dei casi; nel peggiore, be', mi limito a dire che hanno dato una nuova svolta al concetto di "body horror". Still Wakes the Deep non lesina affatto su questo punto, instillando senza sforzo sensazioni di disgusto miste a pietà quando ci si rende conto che la massa organica sconosciuta in un angolo della piattaforma petrolifera, sul soffitto o anche solo in mezzo al passaggio non è solo quello: che in quell'ammasso rosso violaceo, dall'odore disgustoso, ritroviamo volti noti, ogni tanto persino qualche traccia del resto del corpo... e non per forza morti. Una non-vita alla quale sono costretti in maniera forzata, passivi, senz'altra possibilità che fissarci in un'espressione di eterno orrore mentre cerchiamo di non diventare come loro.

Sembrava una giornata come tante, invece...

Con il passare delle ore cresce la nostra disperazione e la voracità di un'entità senza nome né apparente scopo che non sia assorbire chiunque si trovi davanti: non sappiamo cosa la guida, se è in grado di pensare (sembrerebbe di sì), nemmeno se ci sia davvero un modo per sbarazzarsene perché come affronti qualcosa che non comprendi? Il gioco pone molta enfasi su questo aspetto, ovvero sulla necessità di sopravvivere e fuggire sopra il desiderio magari malsano di sapere con cosa abbiamo a che fare. Dopotutto, come si può trovare anche una singola informazione a riguardo se l'unica struttura in mezzo al mare è la piattaforma petrolifera dove stavamo lavorando fino a poche ore prima? Al contrario di molti horror, che in qualche modo offrono sempre una spiegazione dietro agli orrori che ci circondano, Still Wakes the Deep non lo fa in alcun modo: ci mette di fronte al fatto in sé, alla nostra impotenza nei confronti di qualcosa che potrebbe essere alieno oppure no, per quanto ne possiamo sapere, e dal quale possiamo solo scappare. O quantomeno provarci.

L'intera storia ruota attorno ai disperati tentativi di Caz e pochi sopravvissuti di fuggire dalla piattaforma petrolifera che, nel frattempo, sta anche affondando a causa dei danni strutturali subìti. Non c'è spazio per altro, perché non si può fare altro. Quando parlavo di colpi di scena risicati, per non dire inesistenti, mi riferivo a questo: non aspettatevi che il gioco vi offra un punto di vista razionale su quanto sta accadendo, poiché non c'è niente che possa spiegare l'orrore emerso dagli abissi. Non troverete alcun documento segreto a svelare un arcano impossibile, di fatto non troverete niente a carattere generale al di là di un paio di note sparse e che contestualizzano gli eventi precedenti alla tragedia. Note il cui peso nell'economia della narrazione è nullo, al punto che non vengono nemmeno registrate o considerate elementi collezionabili. Still Wakes the Deep è, in tal senso, un gioco in tutto e per tutto lineare, che lascia pochissimo margine all'esplorazione (giusto se volete capire che fine ha fatto parte dell'equipaggio) e non dà occasione di perdersi tranne durante le sezioni sott'acqua, odiose per antonomasia ma in questo caso decisamente comprensibili.

Gli orrori dei Beira D

In termini di level design, ho molto apprezzato la gestione della piattaforma petrolifera e della sua ricostruzione: non che abbia esperienza in merito, al di là di avere una vaga idea del suo aspetto esteriore, ma proprio per questo è stata un novità gradita. Un dedalo di corridoi e aree più o meno strutturate, alcune profondissime, tutto curate nei suoi dettagli. Caz si sposterà da una zona all'altra a seconda della necessità del momento e a volte si vedrà costretto, con suo palese scontento, a dover tornare in punti che pensava di essersi lasciato alle spalle una volta per tutte e con essi i suoi vecchi compagni, ora ridotti ad ammassi informi ma tristemente senzienti, intenzionati a fare quante più vittime possibili.

A chi non piacciono le fasi sott'acqua? (a me, per esempio)

Oltre ai pericoli rappresentati dalla piattaforma in sé, infatti, dovremo vedercela anche con fasi nascondino per sfuggire a ciò che resta dei membri dell'equipaggio e raggiungere il nostro obiettivo. Sono tutte molto simili tra loro, al netto delle zone differenti in cui hanno luogo, e seguono la stessa logica: aspettare d'essere fuori dal campo visivo della creatura, o distrarla lanciando oggetti, per sgusciare al nascondiglio più vicino e così ripetere fino alla fine. Se da un lato riconosco che l'impianto narrativo consente poco margine in questo senso, poiché non esiste altro modo di affrontare l'orrore su Beira D, dall'altro avrei voluto una maggior diversità in queste creature. A differenza di una specifica, che ci coinvolgerà in una fuga lungo corridoi instabili costellati di porte chiuse, e un'altra più "umana" nel suo aspetto, le restanti sono tutte identiche. Può cambiare il modo in cui le persone sono state assorbite, almeno per quanto ho potuto vedere, ma il design di fondo rimane lo stesso. Questo ovviamente inficia anche le fasi in cui dovremo sfuggire loro, perché la tensione va scemando sul lungo periodo: sappiamo che sono fatte tutte in un certo modo, quindi che la minaccia potrà arrivare solo da direzioni specifiche, e che un po' di rumore le distrae a sufficienza da permetterci di passare al riparo successivo. Sebbene un minimo di ansia resti, come sempre nei momenti in cui un errore sancisce il nostro destino, è superficiale e non offre quel senso di paura e angoscia che mi sarei aspettata in un contesto del genere.

A proposito di interazioni, vi consiglio prima di iniziare a giocare di mappare diversamente i controlli: quelli di default hanno l'azione di abbassarsi e lasciare cadere oggetti associata allo stesso tasto, sebbene ve ne siano diversi inutilizzati, e questo porta a un conflitto nel momento in cui cercherete di abbassarvi tenendo in mano un oggetto - ossia nelle fasi nascondino contro i nemici. Non capisco perché optare per una mappatura simile ma per fortuna può essere impostata a piacere. Similmente, ho trovato bizzarro che avendo un oggetto in mano non si possa aprire una porta, limitandone l'uso all'area specifica in cui ci troviamo; non che serva a qualcosa portarseli dietro, però è una scelta piuttosto bizzarra.

Facciamo valere le nostre doti di elettricista tirando quante più leve possibili.

Da ultimi, non per importanza, un plauso al doppiaggio e al sound design: il primo, in perfetto e difficilmente comprensibile scozzese (siano lodati i sottotitoli) contribuisce a una maggior immersione rendendo i personaggi ancora più verosimili; il secondo, come si può ben immaginare, svolge un ruolo cruciale nel creare quell'atmosfera che ci tiene col fiato sospeso a ogni passo su Beira D. Da suoni contestuali come scricchiolii e cigolii di sorta passiamo a cupi, angoscianti lamenti che riecheggiano all'interno della piattaforma. Artisticamente, l'ho già premesso, Still Wakes the Deep molto valido e dà il suo meglio a mano a mano che proseguiamo nel gioco, quando Beira D sembra divenire sempre più un tutt'uno con l'orrore che l'ha inghiottita: una prigione di lamiere, metallo e massa organica che ci ricorda costantemente come la salvezza sembra essere soltanto una pia illusione.

Verdetto

Still Wakes the Deep è un'avventura horror che nella sua completa linearità funziona: racconta una storia tragica, spogliata di complotti o spiegazioni contorte per mostrarsi in tutto il proprio orrore. I personaggi sono persone semplici e umanissime nella loro disperazione, rese ancora più verosimili da un ottimo doppiaggio. In diverse occasioni saremo chiamati a sopravvivere tanto alle creature che popolano Beira D quanto ai pericoli strutturali propri di una piattaforma in procinto di affondare, il che distanzia il gioco da una semplice esperienza walking simulator in chiave horror. Lato gameplay c'è poca carne al fuoco soprattutto per quanto riguarda le fasi nascondino per superare le creature quasi tutte identiche tra loro, ma le meccaniche si sposano comunque abbastanza bene con l'impianto narrativo. Nel complesso, anche solo per l'ambientazione singolare e per un orrore che non cerca spiegazioni, mostrandosi nella sua crudità, Still Wakes the Deep è un gioco che senza reinventare la ruota sa offrire un'esperienza interessante.

In questo articolo

Still Wakes the Deep

The Chinese Room | 18 Giugno 2024
  • Piattaforma

Still Wakes the Deep - La recensione

8
Buono
Un'avventura horror che riduce l'orrore al suo nucleo più semplice e, per questo, terribile, resa più intrigante da un'ambientazione singolare.
Still Wakes the Deep