Paper Mario: Il Portale Millenario - Recensione

It's only a paper moon.

Paper Mario: Il portale millenario - La recensione

Come già accennato qualche settimana fa in sede di anteprima, per il sottoscritto questo è stato il primo giro di giostra con Paper Mario: Il portale millenario, titolo pubblicato originariamente su GameCube nel 2004 e considerato da molti uno dei migliori giochi di ruolo, se non il migliore, tra quelli dedicati all’idraulico baffuto. Dietro tanta negligenza da parte mia c’era una frequentazione non esattamente fittissima con lo scatolotto viola Nintendo, ma soprattutto una giovanile diffidenza verso le declinazioni mariesche lontane dalla serie platform, con la tipica eccezione dei vari Mario Kart.

Lo so, lo so, è una roba orrenda, e se potessi tornare indietro nel tempo per tirare uno scappellotto al me stesso del passato lo farei, anche perché tanto snobismo mi ha impedito di mettere le mani su diversi capolavori "al tempo giusto", come cantava il Califfo; anche per questo, tuttavia, trovo particolarmente felice la strategia di accompagnare gli ultimi giri di Switch attraverso diverse riedizioni tipo, appunto, Paper Mario: Il portale millenario, che mi permettono di salvare la faccia alle cene eleganti dei nintendari.

Per chi non lo sapesse, il gioco in questione segue titoli come Super Mario RPG, Paper Mario o Mario & Luigi: Superstar Saga, dai quali mutua diversi elementi stilistici e pure le meccaniche, a cominciare da un sistema di combattimento a turni in chiave JRPG, ché all’origine delle sortite ruolistiche di Mario e compagnia c’era una Square non ancora Enix, ma soprattutto non ancora finita sulla lista nera di Hiroshi Yamauchi per quel pasticciaccio brutto di Final Fantasy VII.

In ogni modo, fin dal primo Paper Mario per Nintendo 64 Intelligent Systems ha lavorato per fondere nella medesima struttura i suddetti elementi da gioco di ruolo con altri più puzzle, action e finanche platform in coerenza con la serie originale, arrivando a perfezionare il timballo proprio con Il portale millenario, da questo punto di vista ancora imbattuto.

"Corre, salta, vola che compagni che ha..."

È delizioso notare come la Nintendo del 2004 fosse pienamente consapevole dei codici di comportamento e della dimensione linguistica dei suoi personaggi: al netto dei combattimenti a turni, dei dialoghi sopra le righe e di una struttura narrativa densissima e più corale del previsto, non ho dubitato nemmeno per un secondo di essere davanti a un Mario DOC; questa coerenza emerge tanto dalle scelte di design più vistose quanto dai piccoli tocchi di classe in salsa 2D, alcuni dei quali sono poi stati assimilati dalla serie "New".

Tipicamente Mario.

Mario, assieme ai compagni d’avventura, si muove in un mondo isometrico in tre dimensioni al quale l’escamotage della carta concede tocchi bidimensionali che permettono al protagonista di sfoggiare un sunto del suo classico set di balzi & attacchi, mentre la risoluzione dei puzzle poggia su poteri che fanno le veci dei celebri costumi o, se preferite, degli oggetti chiave à la Zelda, consentendo al baffone di assottigliarsi per espugnare una cella, o di trasformarsi in un aeroplanino in modo da raggiungere zone diversamente inaccessibili.

La struttura degli enigmi non è mai punitiva nell’ottica di un gioco complessivamente accessibile - almeno per gli standard del 2004 -, tuttavia ne ho apprezzato sia l’estensione sia la varietà capaci di collocarli nel campo dei JRPG, OK, ma anche dei metroidvania, complice il dialogo costante tra level e world design e suddetti poteri affidati al protagonista e ai suoi aiutanti: metti Koopaldo, un Koopa capace di attivare interruttori e meccanismi vari attraverso il guscio, o Madame Spirù, uno spirito del vento in grado di soffiare letteralmente via gli ostacoli.

La natura proteiforme eppure incredibilmente riconoscibile di Paper Mario: Il portale millenario si manifesta anche durante i combattimenti, collocati in appositi teatri con tanto di pubblico capace di erogare bonus o malus a seconda dei casi. Anche qui la coerenza viene prima di tutto, e praticamente ogni elemento presente nelle fasi esplorative e narrative viene riadattato ad hoc: dalle abilità salterine del protagonista agli strumenti offensivi mutuati dal franchise, fino ai poteri dei comprimari. Alla base c’è un sistema a turni con tutti i potenziamenti del caso e la possibilità di sfruttare oggetti consumabili, tuttavia occorrono destrezza e tempismo per tirare fuori il meglio dalle singole tecniche, o semplicemente per attivarle.

Madame Spirù non scherza mica.

Sempre in sede d’anteprima, al netto dei pregi avevo bollato le mazzate come la parte meno interessante del pacchetto, tuttavia proseguendo nell’avventura mi sono dovuto ricredere. Siamo davanti al classico meccanismo "easy to learn, hard to master": la componente platform e i minigiochi di abilità lubrificano l’ingresso nel combat system a favore di neofita, ma col procedere dell’avventura le variabili da tenere d’occhio aumentano sensibilmente assieme ai nemici e agli incontri mai casuali, OK, ma spesso tecnicamente inevitabili, costringendo il giocatore a impostare delle strategie anche piuttosto complesse per portare a casa la pelle.

Ciò detto, a tratti mi è parso che Intelligent Systems abbia puntato sull’accumulo della difficoltà anziché su una curva verticale, con boss tutto sommato gestibili anche nelle sezioni più avanzate, ma spesso preceduti da parecchi combattimenti destinati a sfiancare il giocatore e/o a privarlo di buona parte delle risorse. Non sempre sono andato d’accordo con questa scelta, lo ammetto, soprattutto arrivando da JRPG più classici, tuttavia gli scontri non mi sono mai venuti a noia anche grazie alla varietà di nemici e compagni di squadra.

Per chi l'ha visto e per chi non c'era

Zero dubbi, invece, riguardo la componente narrativa, forse quella verso cui ero peggio disposto temendo di incrociare situazioni eccessivamente infantili; eppure gli sviluppatori sono riusciti a sorprendermi attraverso una storia estremamente ricca e a tratti persino "controversa", pur sempre parlando in ottica Nintendo.

L’avventura attacca nella cittadina di Fannullopoli, costruita sulle spoglie di un luogo distrutto mille anni prima da un cataclisma e legato a doppio filo con un’antica fonte di potere che un gruppo di alieni intende riattivare per conquistare il mondo; a infilare il povero Mario nei casini è una mappa ricevuta da Peach, a sua volta rapita dai suddetti tizi e sorvegliata H24 da un computer insospettabilmente interessato all’amore. Così, in un racconto decisamente denso finiscono per incrociarsi nuovi e vecchi nemici del baffone nonché gli alleati, tutti tratteggiati magnificamente sia a livello di aspetto sia - soprattutto - lato scrittura, in un trionfo di dialoghi e situazioni sopra le righe capace di garantire un sapore piacevolmente assurdo all’intero pacchetto senza sacrificarne il respiro epico, mentre si alternano segmenti fantasy, fantascientifici, fiabeschi, ma anche investigativi e persino horror.

Questi ultimi sempre declinati in chiave mariesca, giusto per essere chiari.

E se i primi capitoli servono soprattutto a introdurre i vari compari di Mario, la seconda metà del gioco azzarda derive iperboliche degne de Le avventure del barone di Munchausen fino a raggiungere un epilogo decisamente intrigante che, per certi versi, mi ha ricordato certi JRPG Square di fine anni Novanta.

Venendo alla componente artistica entrano in ballo gli aggiornamenti praticati da Nintendo sul gioco del 2004, che a sua volta sfoggiava uno stile grafico incredibilmente avanti per l’epoca, sì, ma pure per gli standard odierni, capace di sfruttare la faccenda della carta per infilare trovate degne di un libro pop-up e altre delizie.

Da questo aspetto la riedizione partiva da una situazione decisamente più "facile" rispetto a quella di Super Mario RPG, nondimeno il lavoro svolto sulla definizione, sui colori e sull’illuminazione permette a Paper Mario: Il portale millenario di brillare particolarmente su Switch, a maggior ragione in portabilità via OLED, mentre dalla regia mi dicono che rispetto al titolo originale sono state implementate delle modifiche per snellire l’interfaccia e rendere l’esperienza un filo più morbida e veloce, soprattutto durante le battaglie. Qui però tocca fidarmi, visto che - come accennato all’inizio della recensione - nel 2004 facevo lo snob lasciando indietro i gioconi.

Verdetto

Questa cosa che Nintendo durante gli ultimi tempi sta tirando fuori le riedizioni dei classici mi garba parecchio, e nel caso di Paper Mario: Il portale millenario ancora di più, visto che il gioco in questione finora non si era mai allontanato da GameCube. La presente versione aggiunge qualche malizia a livello dei menu, rinnova la grafica senza stravolgerla e fa suonare le ottime musichine al meglio, mentre storia, meccaniche e le varie "scelte di sintesi", diciamo così, dimostrano quanto fosse avanti Intelligent Systems vent’anni fa: se tutti gli ultimi colpi di Switch saranno come questo, non c’è da lagnarsi.

In questo articolo

Paper Mario: Il Portale Millenario

Intelligent Systems | 23 Maggio 2024
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Paper Mario: Il portale millenario - La recensione

8.5
Buono
Direttamente dall'âge d'or di GameCube riemerge uno dei migliori progetti laterali dedicati a Mario, rinnovato il giusto e ancora fresco come una rosa.
Paper Mario: Il Portale Millenario