Men of War II - Recensione

Il realismo prima di tutto.

Men of War II - La recensione

Ah, la seconda guerra mondiale, epoca di inenarrabili orrori e di eroismi privi di paragoni. Con alti e bassi è sempre stato un periodo storico amato da produttori di film e videogiochi, e chi ha vissuto l’era dei primi Call of Duty e Medal of Honor ancora ricorda di come non passasse neanche un mese tra l’uscita di un gioco calato in questa ambientazione e il successivo.

Men of War II è, intuibilmente, il seguito del primo capitolo uscito nel 2009. Ci sono state numerose espansioni stand-alone di quel titolo, alcune ambientate nella guerra del Vietnam, ma questo è il primo seguito vero e proprio.

Strutturalmente è uno strategico in tempo reale, ma con un livello di simulazione e attenzione per i dettagli che normalmente si riscontra soltanto in giochi a turni. I soldati e i mezzi sono simulati con grande precisione con valori specifici di corazzatura e danni per ogni componente e con un complesso sistema per calcolare i valori di penetrazione e la percentuale di un “danno catastrofico” quando la corazzatura viene superata.

La stessa attenzione è riservata ai calcoli relativi alla linea di tiro, al territorio, e naturalmente agli edifici che sono completamente distruttibili. Ogni mezzo e singolo soldato hanno un loro inventario con equipaggiamento e munizioni ben definite. Un sabotatore, ad esempio, ha delle pale (che possono venire usate per scavare trincee), munizioni per le armi, candelotti di dinamite e altro; un fuciliere, di contro, ha spesso solo le munizioni per la sua arma e qualche granata.

Quando ci si avvicina all'azione il dettaglio grafico è più che apprezzabile.

La libertà d’azione in questi casi è comunque molto elevata. Durante una missione, ad esempio, mi è capitata una situazione del tutto casuale e al tempo stesso assolutamente esaltante: buona parte della mia squadra di soldati era stata eliminata da un colpo fortunato dell’artiglieria nemica, ma ero riuscito a eliminare una pattuglia di nazisti che difendevano un cannone da 127mm. Ho mandato i miei soldati a impossessarsi del cannone e far fuoco contro un carro armato in avvicinamento, consapevole che se riusciva ad avvicinarsi avrei certamente perso tutti i miei uomini.

Il colpo del cannone da campo, per puro caso (a causa dei calcoli su penetrazione e danni critici di cui ho accennato prima) uccide il comandante del carro con dei frammenti e l’equipaggio del tank esce fuori, abbandonando il mezzo. Non sono stato a farmi troppe domande, ho usato la mia squadra di soldati per eliminare i carristi nemici, mi sono impossessato del carro armato tedesco, ho riparato i lievi danni che aveva e avere quel mezzo “regalato” dal caso ha totalmente ribaltato le sorti di quella missione.

Sfruttare il camuffamento e la copertura della vegetazione è vitale quando si danno ordini alle unità di fanteria.

In generale questo livello di libertà permette di affrontare le missioni in modo piuttosto creativo, premiando l’iniziativa e le idee e il saper trovare le posizioni giuste in cui piazzare i mezzi di combattimento.

Sembra già molto, ma in realtà si può fare anche di più. Le unità di fanteria possono creare postazioni rinforzate con sacchi di sabbia, piazzare mine, lanciare fumogeni, scavare trincee o demolire strutture e ponti. I cannoni di artiglieria e anche i carri armati possono, all’occorrenza, sfruttare dei camuffamenti per risultare meno visibili o rinforzare la propria posizione con corazzature extra di fortuna.

Lo scontro, quando esplode, è brutale e rapido. Anche i carri più pesanti durano poco se colpiti ai fianchi.

Già tutto questo basterebbe da solo a renderlo uno dei giochi di strategia più complessi e ricchi di dettagli che ci siano, ma in realtà c’è una funzione in più: si può assumere il controllo diretto di qualsiasi unità e mezzo e guidarlo come se fosse un gioco tattico in terza persona. Si tratta di una funzione potenzialmente utile per dirigere il fuoco di un carro armato o di un cannone con precisione, ma è estremamente facile avanzare senza accorgersi di una postazione nemica e trovarsi con un carro armato distrutto senza aver fatto nulla.

Ammetto che non so bene cosa pensare di questa opzione: da un lato controllare direttamente un singolo soldato o mezzo potrebbe sembrare comodo e divertente, ma al tempo stesso sembra qualcosa che in parte quasi “stona” con l’atmosfera del gioco, che in fondo non è un Uprising o un Battlezone. C’è da dire che controllare direttamente le unità è assolutamente opzionale e la sua utilità molto situazionale.

Un comandante di carro che sorveglia la scena. Un bersaglio perfetto per un cecchino utilizzato con controllo diretto!

Men of War II si mantiene un gioco “ricco” anche nelle modalità a disposizione. La Storia permette di seguire una trama organica che segue un manipolo di soldati russi, americani o tedeschi; le missioni sono tutte piuttosto complesse con obiettivi che si evolvono. È decisamente necessario pensare strategicamente e conservare le risorse perché, se si subiscono troppe perdite all’inizio di una missione, diventa quasi impossibile completarla con successo nelle fasi più avanzate.

Oltre alla modalità Storia sono presenti battaglie che ripropongono momenti significativi della seconda guerra mondiale nei panni dei russi e degli americani, ma non è presente una campagna dal punto di vista dei tedeschi.

I mezzi aerei sono spesso in grado di fare la differenza, se usati nel modo giusto.

La modalità però forse più interessante, e che può garantire potenzialmente maggiore longevità in sede di "giocatore singolo", è Conquista. Si sceglie un fronte (occidentale od orientale), la fazione per cui combattere, e a quel punto ci si trova in una mappa dinamica in cui muovere le proprie unità per conquistare postazioni nemiche e avanzare nel controllo del territorio. Non raggiunge la profondità di uno strategico complesso come Hearts of Iron, ma aggiunge comunque un elemento di riflessione su una scala più ampia del semplice controllo delle unità sul campo di battaglia.

Sono presenti anche modalità di gioco multiplayer sia PVP che PVE, sfortunatamente ogni volta che ho provato a far partire una sessione di gioco online il matchmaking non trovava giocatori, quindi non posso dire molto a riguardo a parte apprezzare la presenza di opzioni sia competitive che cooperative, che dovrebbe permettere a chi ama entrambi gli stili di gioco di trovare un’ambiente di suo gradimento.

Le strutture sono un ottimo modo per avere copertura, ma possono rapidamente diventare una tomba distrutta.

Questa moltitudine di opzioni servirebbe a poco se il motore grafico non fosse all’altezza, ma per fortuna quanto appare su schermo dialoga perfettamente con i calcoli dietro le quinte. Quando un gruppo di soldati sale su un mezzo si possono vedere le singole unità occupare vari posti a bordo di esso, e la mitragliatrice di servizio viene sfruttata in modo accurato. Le armi in dotazioni dei soldati sono quelle effettivamente in servizio all’epoca, e seguono le regole che ci si aspetterebbe, come la “Colt .45” (la gloriosa 1911) che ha effettivamente 7 colpi nel caricatore e richiede di venire ricaricata dopo quel numero di spari. Tutto questo è rappresentato da un motore grafico gradevole e realistico che, pur senza avere gli orpelli più moderni, riesce comunque a fornire un colpo d’occhio estremamente efficace delle scene di guerra. Apprezzabile anche la colonna sonora, che pur essendo la tipica fanfara orchestrale che spesso accompagna i giochi sulla seconda guerra mondiale, riesce piuttosto orecchiabile e ben fatta.

Un capolavoro, quindi? Sì e no. Si tratta di un gioco di strategia molto incentrato sul realismo, ma a volte questa ricerca maniacale della realtà genera situazioni relativamente frustranti. Le unità nemiche possono risultare difficili da notare sul campo di battaglia, e se non si conoscono bene le loro caratteristiche è facile commettere errori. Anche la scelta delle munizioni è estremamente importante, e a volte l’intelligenza artificiale fa delle scelte che ho trovato come minimo bizzarre, come quando la mia unità di artiglieria si è messa a bombardare un povero mitragliere nemico, mentre un carro armato pesante mi stava fiancheggiando.

C'è una vitale differenza tra i mezzi su cingoli e quelli su ruote. I primi non hanno bisogno di spazio per ruotare, ma un cingolo distrutto li immobilizza completamente. Un mezzo su ruote con una ruota danneggiata è semplicemente rallentato.

A volte ho anche avuto la sensazione che scegliesse le munizioni sbagliate, come l'utilizzo di colpi ad alto tasso esplosivo contro un carro corazzato, invece di munizioni penetranti. In questi casi è effettivamente molto utile utilizzare la funzione di controllo diretto per mirare e sparare con le armi giuste, ma la sensazione generale è di avere l’IA ad ostacolarti, anziché aiutarti.

Un’ultimo dettaglio che mi ha fatto storcere il naso è la necessità di essere permanentemente connessi a internet anche se si vuole giocare in modalità giocatore singolo: un "problemino" che non sono disposto a ignorare.

Verdetto

Men of War II si presenta come un gioco estremamente ambizioso, e riesce a raggiungere una buona parte dei suoi obiettivi. Complesso, profondo, molto realistico, offre una esperienza che non molti strategici in tempo reale possono anche solo avvicinare. La sua ricerca di realismo espone il fianco ad alcune caratteristiche non molto “amichevoli” e a volte frustranti, ma il risultato finale offre comunque l’opportunità di immergersi in una complessa ed emozionante simulazione della seconda guerra mondiale.

In questo articolo

Men of War II

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Men of War II - La recensione

8
Buono
Probabilmente il più profondo e realistico gioco di strategia in tempo reale disponibile, anche se alcuni dettagli un po' frustranti lo allontanano dalla vetta.
Men of War II