The Bikeriders - Recensione

Verso la tragedia a tutta birra.

The Bikeriders - La recensione

Negli anni '60, il fotografo Danny Lyon e il giornalista Hunter S. Thompson erano entrambi impegnati a seguire due club di motociclisti – il primo si era unito ai Chicago Outlaws, il secondo aveva passato del tempo con gli Hells Angels.

Thompson, tuttora celebrato per il suo approccio e le sue mirabolanti avventure in nome del giornalismo, scrisse in una lettera a Lyon di "get the hell out of that club", scappare a gambe levate da quel club; "ho visto gli Angels all'opera e mi terrorizzano". Pur con questo avvertimento, Lyon seguì gli Outlaws per diversi anni, diventando addirittura per un periodo un membro del club a tutti gli effetti. Il suo libro fotografico, The Bikeriders, uscì nel 1968.

La nostra cornice narrativa è quella di Kathy (Jodie Comer) che racconta la storia della sua vita, e della vita della sua gang, al fotogiornalista Danny (Mike Faist).

Jeff Nichols (una garanzia di qualità dopo Take Shelter, Mud e Midnight Special - Fuga nella notte) mette in scena la sua versione di The Bikeriders, ispirata fortemente al lavoro di Lyon, tanto che il regista quantifica che circa 70% del dialogo sia tratto parola per parola dalle interviste originali.

Dall'altro, se ne allontana di proposito: "[Gli Outlaws] sono sicuramente a conoscenza del film e spero che gli piaccia. Ma è anche per questo che l'ho romanzato così tanto. Volevo prendere le distanze da loro e non volevo avere la responsabilità di raccontare la loro storia in modo accurato".

L'ascesa e la rovina dei Vandals

Nel film di Nichols il club diventa quello dei Vandals, guidati dal camionista e padre di famiglia Johnny (Tom Hardy). Sono un gruppo di uomini della classe operaia, descritti a più riprese come dei fannulloni; quello che si sa di sicuro di loro è che nel fine settimana girano con le loro motociclette truccate.

A narrare la loro storia è Kathy (Jodie Comer), la moglie del motociclista Benny (Austin Butler), attraverso varie interviste che rilascia nel corso degli anni al fotoreporter Danny (Mike Faist). Con uno sguardo quasi documentaristico la vediamo mentre svuota e riempie la lavatrice in una lavanderia automatica, mentre fuma nella sua cucina, mentre fa le faccende di casa, senza mai rallentare la sua parlantina velocissima. Il suo racconto si trasforma nella parte più consistente e "drammatizzata" del film, la storia in frammenti dell'ascesa e la rovina dei Vandals.

La camaleontica Jodie Comer si misura con una sfida davvero difficile (se pensate che il suo accento sia pazzo, sentite quello della vera Kathy) ma riesce a essere magnetica mentre interpreta una ragazza della porta accanto che non si fa mettere i piedi in testa da un club che è un po' l'epitome della mascolinità tossica.

Even motociclisti zozzi get the blues.

Quello di Nichols, a ogni modo, è certamente un approccio raccolto e meditativo rispetto a quello che ci si potrebbe aspettare da un film che parla di una gang di motociclisti; è uno sguardo amaro, dove al rombo delle motociclette si accosta il sussurrio dell'inevitabile tragedia. La sua scelta di avere Kathy come narratrice ci porta a vedere sì le giacche di pelle e le moto cromate, ma soprattutto i Vandals quando non stanno guidando - quando sono ai raduni e ai picnic, al bar, a casa loro.

Kathy è una narratrice con un punto di vista unico: è la nostra chiave di accesso al mondo chiuso di una sub-cultura di cui è parte, ma allo stesso tempo un'outsider; questo ci permette di mantenere una certa distanza e di vedere che la fratellanza dei Vandals è forse più una co-dipendenza, e lei stessa deve lottare per l'attenzione di Benny e per essere considerata come più di un accessorio.

Il Benny di Austin Butler, al suo picco del look "bello e maledetto", è una figura rimossa dalla realtà; non sappiamo mai veramente chi sia o che cosa gli stia passando per la testa. È il perno della storia perché sia Kathy che Johnny lo idealizzano, ma non riusciamo praticamente mai a superare la sua corazza inscrutabile e ombrosa.

"Pugni o coltelli?"

A onor del vero, Nichols decide di glissare sugli aspetti peggiori dei veri Outlaws, che erano filonazisti anche prima di diventare un'associazione a delinquere. Danny Lyon racconta: "Alla fine ero un po' inorridito. Ricordo che ebbi un grande disaccordo con questo ragazzo che srotolò un'enorme bandiera nazista come coperta da picnic su cui appoggiare le nostre birre. A quel punto mi ero reso conto che alcuni di questi ragazzi non erano poi così romantici".

Un po' come le foto di Lyon cercavano di catturare un'epoca senza indagarla o criticarla, The Bikeriders si concentra sul ricreare un momento, un'atmosfera: cristallizza gli anni di magia e fratellanza dei Vandals, immersi nella luce dorata del Midwest. Anche nei momenti di violenza - dai nasi spaccati ai bar incendiati - il loro piccolo mondo chiuso è un porto sicuro, un paradiso per i membri del club.

Kathy ama Benny così tanto da cercare di placare le sue tendenze autodistruttive.

Tom Hardy, ormai un veterano dei brutti ceffi che però hanno un cuore, è capace di infondere il capobanda Johnny di una pensosa tristezza. Allo stesso tempo non batte ciglio quando un rivale lo sfida a duello. Lo guarda dritto negli occhi e gli chiede: "Pugni o coltelli?".

Sappiamo dall'inizio che, in un mondo dove una domanda simile è di routine, l'idillio non potrà che finire rovinosamente. A ogni modo, nella voce di Kathy c'è una briciola di nostalgia per la banda e per la sua vita spericolata.

The Bikeriders è disponibile al cinema.

Verdetto

Farei fatica a definire questo film come un'ode a qualsiasi cosa - che siano i bei tempi andati in generale o le gang di motociclisti. Non è facile prendere un mondo così mitizzato - Il selvaggio ed Easy rider vengono citati persino all’interno del film stesso - e reinterpretarlo con uno sguardo nostalgico ma aspro. L'umanità dei protagonisti di Nichols si srotola davanti ai nostri occhi: sotto le giacche istoriate non sono icone, ma persone come tutte le altre.

In questo articolo

The Bikeriders

19 Giugno 2024

The Bikeriders - La recensione

8
Buono
Se pensate che dare fuoco a un bar sia una buona esperienza meditativa, avete trovato il vostro film.
The Bikeriders