Elden Ring: Shadow of the Erdtree - Recensione

Un'espansione del tutto fuori scala.

Elden Ring: Shadow of the Erdtree - La recensione

Le tre più grandi sensazioni che ho provato giocando a Elden Ring: Shadow of the Erdtree sono, in ordine di rilevanza, meraviglia, eccitazione e rabbia. Meraviglia, perché il mondo d'ombra in cui Miquella ci invita a entrare è impressionante, gigantesco, ricchissimo di personalità, disegnato con maestria assoluta e realizzato artigianalmente pietra dopo pietra. Eccitazione, perché il livello medio degli scontri, dei boss e delle quest è altissimo, e nettamente superiore a quello del gioco base.

Rabbia, perché dopo tutti questi anni ed essere diventati dei punti di riferimento per un intero genere, è inammissibile che FromSoftware continui a presentarci certe limitazioni tecniche e un riciclo intenso di nemici e situazioni che già la community aveva dimostrato di non avere apprezzato nel gioco base. Ma andiamo con ordine.

Un mondo fuori scala

Senza paura di essere smentito, questa espansione (termine non usato a caso) è in assoluto il DLC più ricco che FromSoftware abbia mai creato. È del tutto fuori da ogni scala possibile rispetto a un normale DLC di qualunque gioco. Non si tratta soltanto di grandezza (che pure è impressionante), ma della costruzione in sé del mondo di gioco.

Shadow of the Erdtree offre orientativamente un'avventura che si estende tra 25 e 40 ore, a seconda di quanto meticolosa sia la vostra esplorazione e delle condizioni in cui ci entrate (ci torniamo tra un attimo). Indicativamente in termini di aree, boss, situazioni e inventiva è quasi paragonabile per estensione a Dark Souls III (cioè a un gioco intero e non un DLC). Il paragone non è casuale, perché Shadow of the Erdtree sembra essere stato costruito sulle radici di Elden Ring come Dark Souls III fu costruito sulle ceneri di tutti i Souls precedenti, correggendo errori, affinando e potenziando tutti i punti di forza già affermati in Dark Souls, Demon's Souls e Bloodborne.

Shadow of the Erdtree è un gioco completo, costruito nell'universo di Elden Ring, accessibile da Elden Ring, con suoi elementi unici e una dignità propria: a parte per ottenere le armi dei boss e per fare il respec delle abilità non c'è nessun motivo di uscire dal DLC una volta che si accede al suo interno, e si sta lì dentro per decine di ore. Come già accadeva per Artorias, ma con un respiro enormemente più grande, Shadow of the Erdtree ci racconta una storia parallela che ha enormi punti in comune con quella già narrata ma che si costruisce a sé, dando nuove informazioni e maggiore comprensione di quello che è successo nell'universo di Elden Ring, da Placidusax alle magie cariane, dalla volontà di Marika alle storie di Miquella e del crogiolo, e così via, permettendoci persino di scoprire nuovi dettagli su tanti punti che erano rimasti oscuri nel gioco base (quanto era stretto il legame tra gli Empirei e gli albinauri? Ci sono cose che non conosciamo della storia di Rennala? Cosa non sappiamo delle azioni delle altre divinità esterne?).

Shadow of the Erdtree poteva tranquillamente essere venduto come un gioco a sé inserito in quell'universo, oppure come un'espansione standalone, di quelle corposissime, almeno dal punto di vista narrativo e contenutistico. Fa paura vagare per le immense aree del gioco (e nonostante ciò comunque piccole rispetto all'immensità del gioco base), e rendersi conto di quanti contenuti siano stati inseriti in quella mappa: sono presenti più di venti biomi completamente diversi tra di loro, dai picchi di montagne altissime a spiagge bellissime, da deserti a giardini.

Ho passato ore a esclamare "wow" davanti al nuovo paesaggio che mi si stagliava davanti, nonostante ormai conosca a memoria ogni luogo del gioco base. Shadow of the Erdtree ha una resa artistica mozzafiato, impressionante e quasi "romantica" (nel senso della corrente artistico-letteraria). È meraviglioso nella più pura definizione del termine, in grado cioè di scatenare meraviglia nel giocatore e stupore per quante trappole, scenari, situazioni, dungeon, nemici nuovi e idee sono stati inseriti. Non ho - insisto su questo aspetto - mai visto un DLC così ambizioso nelle migliaia di giochi che ho giocato in tutta la mia vita.

Fornaci e catene hanno un peso nel comparto narrativo di Shadow of the Erdtree.

Sia chiaro, non tutte queste aree sono effettivamente interessanti in termini ludici, ci sono almeno un paio di vaste aree davvero povere e forse più grandi di quanto fosse effettivamente necessario, e in generale alcune soluzioni esplorative sono fin troppo mutuate dal gioco base (le famose paludi, alcuni scontri fin troppo abusati, il solito riciclo di nemici e boss - persino tra quelli del gioco base in poche tristi occasioni -, e soprattutto le imboscate, qui presenti in numero spropositato).

In mezzo a questo, però, Shadow of the Erdtree è costruito su una verticalità mai vista nell'open world di tutto Elden Ring, con aree che continuano a mostrare nuovi segreti man mano che si scende o si sale trovando nuovi tunnel, percorsi o aree intere. Tutta la struttura esplorativa è estremamente più convoluta rispetto al gioco base (che era molto più orizzontale) e questo ha permesso a FromSoftware di ridurre l'ampiezza "in chilometri" della mappa per aumentarne la densità esplorativa e contenutistica. Il risultato è assolutamente riuscito ed è impressionante quanto sia un passo in avanti gigantesco rispetto alla struttura dell'open world di Elden Ring.

Lo stesso accade per i dungeon. Al di là dei legacy dungeon (tutti almeno al pari di Grantempesta in termini qualitativi e di estensione) e delle aree costruite apposta per fare avanzare nella storia principale, più di tre quarti della mappa di Shadow of the Erdtree è praticamente opzionale ed è straordinariamente ben fatta. Il numero di dungeon, di forti, di villaggi, di punti di interesse è drasticamente ridotto - anche in densità - rispetto al gioco base, ma ognuno di quei luoghi ha una sua identità unica e precisa. Nonostante lo stesso non si possa dire degli accampamenti e dei nemici (con alcuni boss e tanti nemici comuni che si ripetono in modo sgradevole - odierete i vasi, fidatevi), la maggior parte dei dungeon e dei forti che popolano Shadow of the Erdtree sono interessanti da giocare e da esplorare e si strutturano attorno a idee uniche e ben costruite.

Il gioco si allontana in parte dalla struttura standard dell'avanzamento fino al boss per creare situazioni simili a quelle che già erano state sperimentate sull'altopiano di Altus nel gioco base. Da una zona che sembra non avere niente da nascondere si estende un'altra area che sembra impossibile da raggiungere o che sembra contenere soltanto un oggetto o un tesoro, salvo poi estendersi ulteriormente aprendosi a un'altra area di nuovo ancora più incredibile, e alla fine di tutto il percorso permette di raggiungere un'intera nuova regione di mappa. Questo tipo di situazioni è tipico in Elden Ring: Shadow of the Erdtree e mostra, per via della maestria con cui sono state costruite, la capacità immensa di design di FromSoftware nel creare strutture esplorative così elaborate in un open world.

In una zona del gioco ho notato un edificio in fondo a un piccolo dirupo dove sembrava ci fosse una caverna. Ho chiaramente capito che non potevo semplicemente lasciarmi cadere, e guardandomi intorno ho notato una strada tra tetti e scale che mi faceva scendere. Lì giù ho trovato magie, alcuni oggetti, alcuni nemici e una lunga scala che "mi riportava su". Ho pensato che fosse proprio una bella chicca aver nascosto una piccola zona sotterranea ed ero curioso di dove sarei sbucato perché non avevo notato nessuna scala che scendeva dall'esterno. Una volta salita la scala, però, mi sono ritrovato al di là dell'area in cui ero quando inizialmente ero sceso nella grotta: avevo raggiunto un villaggio e mi si era aperta da lì una enorme area della mappa. Questo tipo di scoperte sono costanti nelle 25-40 ore di gioco di Shadow of the Erdtree, e sono semplicemente sublimi.

Come bilanciare un DLC in un open world?

FromSoftware si è trovata davanti a un problema enorme, concettualmente: come bilanciare un DLC che può essere affrontato da giocatori con livelli e build completamente differenti? Elden Ring è un open world (più o meno) molto vario, che offre centinaia di approcci, percorsi non lineari persino nell'avanzamento della storia principale, e di fatto il "late game" può essere raggiunto in una forbice che va dal livello 90 al livello 180 dai vari giocatori, a seconda di quanto hanno esplorato, di quanto hanno "abusato" della pratica del farming, di quanta difficoltà hanno trovato, di quanti boss hanno ucciso, e così via.

Shadow of the Erdtree risolve il problema tagliandolo alla radice: indipendentemente dal livello del personaggio e dalla propria build, il DLC fa malissimo. Ogni nemico nel DLC fa malissimo, dal personaggio più debole al soffitto pieno di spine al drago gigante. Il giocatore viene accompagnato a scoprire l'esistenza di due tipi di benedizioni (opzionali, ma altamente consigliate e sulle quali è stato bilanciato il DLC): una potenzia gli spiriti che evochiamo, sia in attacco che in difesa, mentre l'altra potenzia noi, sia in attacco che in difesa.

Queste benedizioni sono permanenti e agiscono in percentuale sul nostro livello, quindi hanno effetti differenti in base al livello in cui accediamo al DLC. Così ci potenziamo proporzionalmente man mano che avanziamo nel DLC, lo esploriamo e aumentiamo il numero di benedizioni in nostro possesso, e il gioco resta una sfida indipendentemente dal livello in cui ci entriamo. La particolarità di queste benedizioni è che funzionano soltanto all'interno dell'espansione, e non hanno alcun effetto quando torniamo nel gioco base, limitando di fatto lo sbilanciamento che giocare al DLC potrebbe provocare nel gioco base prima del finale. L'idea è semplice e geniale, e premia l'esplorazione dandole anche un senso di gameplay perché permette di ottenere le benedizioni necessarie ad aumentare le proprie difese e il proprio attacco - e quindi riuscire ad avanzare più agilmente nel DLC.

Trascorrerete metà delle ore di gioco a esplorare paesaggi mozzafiato come questo.

In termini puramente strutturali, Shadow of the Erdtree è a tutti gli effetti un gioco figlio di Elden Ring. Ha meno problemi di riciclo, è più condensato nonostante abbia una mappa migliore e più interessante (anzi, forse anche per quello). Ha un sistema di quest più facilmente leggibile con i PNG importanti tutti disposti accanto a siti di grazia ben precisi, ha una serie di soluzioni di "quality of life" nuove (ne parlo nel box qui sotto), ha mediamente boss di livello altissimo (Rellana è straordinaria e devastante, e vi scontrerete contro un paio dei draghi migliori di tutta la storia di FromSoftware) e la qualità generale del level design è costantemente quella di Grantempesta, Nokstella, Sepolcride Ovest e Altus, seppure ritengo non raggiunga mai l'apice di Leyndell e Farum Azula.

Eppure questo DLC non potrebbe essere così senza Elden Ring. Senza le armi e gli oggetti di Elden Ring. Senza le build costruite in Elden Ring. Senza i livelli fatti sul personaggio in Elden Ring. Senza la conoscenza del gioco acquisita in Elden Ring.

Shadow of the Erdtree non è davvero un gioco standalone, anche se in termini contenutistici e narrativi potrebbe tranquillamente esserlo. Non lo è perché non accompagna il giocatore, non gli fa quello che in gergo si chiama "onboarding". Non lascia spazio al giocatore di potenziarsi a sufficienza prima di affrontare i primi ostacoli devastanti (letteralmente a dieci metri dall'entrata del DLC). Shadow of the Erdtree, in altri termini, è un "contenuto da endgame", che si prende il tempo di espandere la sfida in un luogo enorme pieno di tutte le cose belle che aveva Elden Ring e di migliorarle.

Quando entrare nel Regno dell'Ombra?

È qui che però si sviluppa la mia più grande e rilevante perplessità su questo DLC: fatico a comprendere per chi sia stato pensato. Per spiegare meglio questa affermazione ho bisogno di scendere un po' di più nel dettaglio del bilanciamento di Shadow of the Erdtree come "contenuto da endgame".

Tutto questo implica che Shadow of the Erdtree venga raggiunto, idealmente, con un personaggio abbastanza forte, almeno di livello 130, considerando che in entrambi i casi uccidere Mohg non è semplice e il viaggio presuppone che il giocatore sia andato molto avanti nel gioco. Inoltre, per motivi di trama è ideale che chi raggiunge il DLC sappia chi è Miquella e abbia già scontrato Malenia, seguito la quest di Millicent almeno in parte, scovato i miracoli di Miquella, e così via.

Scusi, posso usare questa scala improvvisata? Grazie!

In altri termini, trovo estremamente poco probabile che un nuovo giocatore di Elden Ring raggiunga Shadow of the Erdtree prima di aver passato almeno 100-120 ore sul gioco base. Allo stesso tempo, la natura così ostile delle azioni da compiere per entrare nel DLC e il fatto che molti giocatori una volta finita una run saranno entrati in New Game Plus (NG+), mi fanno supporre che un cospicuo numero di giocatori vorrà giocare a Shadow of the Erdtree con il suo personaggio principale in NG+.

Ora, io ho giocato a Shadow of the Erdtree con due personaggi differenti, uno dei quali in NG+, e mi aspetto che tanti giocatori facciano lo stesso o utilizzino direttamente un personaggio in NG+. La differenza è abissale: nonostante i cospicui danni, il personaggio nella partita normale (NG) riesce a farsi valere senza troppa difficoltà, mentre in NG+ ho dovuto costantemente utilizzare tutte le tecniche e le armi più efficaci per la mia build per riuscire ad avanzare e a superare boss estremamente resistenti e letali. Shadow of the Erdtree è un gioco che richiede un personaggio di "endgame", che sia in NG o in NG+. Ed è questo che mi lascia un po' perplesso in merito al bilanciamento, appunto.

Uno dei nuovi nemici di questa espansione: da qualche parte, scoprirete come affrontarlo.

Per avere un'esperienza assimilabile alla difficoltà del gioco base la finestra migliore per dare inizio alla storia del DLC sembra quella che si apre subito dopo aver completato Leyndell nel gioco base oppure completamente alla fine della partita prima di accedere al New Game Plus successivo. Mi chiedo però in quanti vecchi giocatori vorranno andare così avanti nel gioco con un nuovo personaggio e quanti invece, avendo un personaggio particolarmente potente non decideranno di fare soltanto l'essenziale in NG+ (o più) per entrare e scoprire di essere davanti a un'area violentissima.

Giocare al DLC dopo Leyndell, invece, ha un impatto serio sulle Vette dei Giganti, perché seppure è vero che le benedizioni non hanno effetto nel gioco base, i livelli fatti si mantengono, e data l'enorme quantità di anime ricevute nel DLC, affrontare Shadow of the Erdtree "al momento giusto" renderà molto più facile tutto il finale di Elden Ring. Tutto questo sarà facilmente risolvibile con un leggero aggiustamento della difficoltà in NG+, ma fino a quel momento se siete in NG+ vi consiglio caldamente di prendere almeno una decina di livelli in più prima di entrare (in modo da accedere con un livello superiore al 200), e di non lasciarvi intimorire dal primo impatto. Benedizione dopo benedizione, nemico dopo nemico e area dopo area diventerete molto più forti e vi potrete godere decine di ore in un luogo enorme e costruito con maestria dimenticandovi dell'esistenza del gioco base. Negli altri casi, il consiglio è di andare lì dopo Leyndell o prima di entrare nel New Game Plus: avrete la migliore esperienza possibile!

Verdetto

Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un'espansione che rende l'esperienza di Elden Ring ancora più maestosa e profonda, aggiungendo di fatto un intero gioco in un mondo già di per sé vasto, dettagliato e artisticamente meraviglioso, con una varietà di ambienti e biomi che offrono contenuti di livello elevatissimo. L'espansione non è priva di difetti, riciclo di nemici e limitazioni tecniche possono risultare frustranti, ma al tempo stesso i passi in avanti nell'intricato world design e nella correzione dei difetti del gioco base sono evidenti e straordinari. Shadow of the Erdtree si dimostra il DLC più ambizioso e ricco mai creato da FromSoftware, offrendo nuove avventure per 25-40 ore di gioco in un mondo aperto caratterizzato da una inedita verticalità e da una densità esplorativa sorprendente. È un'espansione imprescindibile per chi ha amato Elden Ring e vuole un enorme contenuto da endgame di enorme spessore, impegnativo e nuovo. Assicuratevi di entrarci ben livellati se siete in NG+, però.

In questo articolo

Elden Ring: Shadow of the Erdtree

FromSoftware | 21 Giugno 2024
  • Piattaforma

Elden Ring: Shadow of the Erdtree - La recensione

9
Ottimo
Un'espansione completamente fuori scala, ricchissima e imprescindibile, di un gioco che aveva già stravolto il suo genere. Preparatevi a passarci più di 30 ore.
Elden Ring: Shadow of the Erdtree